Questo primo capitolo del rapporto ha il fine di definire lo scenario economico ed innovativo della provincia di Ferrara, sul quale si installano ed integrano le dinamiche e le performance, qualitative e quantitative, del mercato del lavoro. Utilizzando lo strumento dell’indagine applicata mediante un questionario strutturato, somministrato ad un insieme rappresentativo delle imprese operanti in provincia, lo scenario delineato si costituisce su un piano micro-economico, di analisi del comportamento degli operatori economici nei confronti delle attività innovative declinate in senso esteso su diversi livelli, che ampliano le possibilità di analisi, di interpretazione, e le conseguenti informazioni utilizzabili dai decisori pubblici. Il questionario (si veda il cd-rom allegato ) mediante il quale si è realizzata l’indagine è volto ad analizzare i seguenti macro “temi”: le caratteristiche ascrittive delle imprese e le loro performance economiche, e le politiche innovative, declinate in quattro distinte sfere. Esse riguardano: (a) l’adozione di pratiche innovative sul versante dei cambiamenti nella organizzazione della produzione e del lavoro; (b) gli investimenti e l’adozione di pratiche innovative sul versante tecnologico; (c) le attività e gli investimenti in formazione; (d) le attività innovative a livello di tecnologie dell’informazione e della comunicazione (nel seguito TIC). Queste sono le quattro cruciali sfere interne all’impresa nel cui ambito si gioca la sua competitività sui mercati. La qualità delle condizioni di lavoro e le relazioni industriali costituiscono poi altri elementi che, con opportune sinergie, possono contribuire alle performance innovative, e quindi a quelle economiche. Esse sono analizzate mediante una serie di specifiche domande nell’indagine. La ricca banca dati generata permette di esaminare sia come il settore (distinti nei macrosettori dei servizi privati, metalmeccanico, ed altra industria) e la dimensione (quattro sono le classi dimensionali utilizzate: 10-19, 20-49, 50-99, 100 ed oltre addetti) influenzino le pratiche (innovative) orientate a performance superiori e quindi la competitività strutturale delle imprese, sia se e quali siano le sinergie rilevanti tra i suddetti fattori, al fine di incrementare la competitività complessiva dell’impresa. Quest’ultima è declinata in un’ottica, potremmo dire, di “responsabilità sociale di impresa”, nel momento in cui si pone enfasi non solo sui meri fattori di performance economica, ma sulla formazione, il “capitale sociale” inteso come attività di collaborazione con imprese ed istituzioni, la qualità delle condizioni di lavoro, tra cui gli infortuni, e le relazioni industriali. Si sottolinea che tali informazioni riguardano sia le imprese industriali che quelle dei servizi, ad iniziare dalla soglia dei 10 addetti, diversamente da altre indagini analoghe alla nostra che fissano la soglia ai 20, se non addirittura ai 50 addetti, e si concentrano unicamente sulle imprese manifatturiere. Tale scelta è stata compiuta anche rispettando il criterio di rappresentatività statistica della popolazione totale delle imprese. Inoltre, pur essendo l’enfasi prevalentemente congiunturale, la rilevazione di dati sul triennio 2005-2007 permette di effettuare considerazioni di carattere anche strutturale sulle relazioni tra attività innovative, pratiche orientate a maggiori performance quale la formazione, e le performance economiche, soprattutto redditività e produttività. Le performance economiche e quelle innovative, come vedremo tra loro strettamente integrate nella dinamica, sono alla base della quantità e qualità, livello delle skill e competenze richieste, delle “domande di lavoro” da parte delle imprese. Le analisi qui presentate metteranno in luce, offendo una dettagliata evidenza empirica declinata per settore e per dimensione delle imprese, come le sinergie tra la direttrice tecno-organizzativa ed il fattore formazione, pubblica e privata, sia il pilastro primario per la generazione di un circolo virtuoso tra performance economiche, investimenti in capitale tecnologico ed umano, e quindi una più robusta, su tutti i livelli, quantitativi e qualitativi, domanda di lavoro. Le criticità che emergono sul piano settoriale e dimensionale, insieme notiamo però ad alcune chiare luci positive da prendere ad esempio, costituiscono informazioni fondamentali per la strutturazione di interventi specifici nel prossimo futuro da parte delle associazioni imprenditoriali locali, delle associazioni di categoria e di rappresentanza dei dipendenti, e naturalmente della politica pubblica che si occupa, in provincia ed in regione, di formazione ed innovazione.
Competitività, innovazione e performance. Una indagine sulle imprese di Ferrara
PINI, Paolo;BIANCHI, Anna Flavia;MAZZANTI, Massimiliano
2008
Abstract
Questo primo capitolo del rapporto ha il fine di definire lo scenario economico ed innovativo della provincia di Ferrara, sul quale si installano ed integrano le dinamiche e le performance, qualitative e quantitative, del mercato del lavoro. Utilizzando lo strumento dell’indagine applicata mediante un questionario strutturato, somministrato ad un insieme rappresentativo delle imprese operanti in provincia, lo scenario delineato si costituisce su un piano micro-economico, di analisi del comportamento degli operatori economici nei confronti delle attività innovative declinate in senso esteso su diversi livelli, che ampliano le possibilità di analisi, di interpretazione, e le conseguenti informazioni utilizzabili dai decisori pubblici. Il questionario (si veda il cd-rom allegato ) mediante il quale si è realizzata l’indagine è volto ad analizzare i seguenti macro “temi”: le caratteristiche ascrittive delle imprese e le loro performance economiche, e le politiche innovative, declinate in quattro distinte sfere. Esse riguardano: (a) l’adozione di pratiche innovative sul versante dei cambiamenti nella organizzazione della produzione e del lavoro; (b) gli investimenti e l’adozione di pratiche innovative sul versante tecnologico; (c) le attività e gli investimenti in formazione; (d) le attività innovative a livello di tecnologie dell’informazione e della comunicazione (nel seguito TIC). Queste sono le quattro cruciali sfere interne all’impresa nel cui ambito si gioca la sua competitività sui mercati. La qualità delle condizioni di lavoro e le relazioni industriali costituiscono poi altri elementi che, con opportune sinergie, possono contribuire alle performance innovative, e quindi a quelle economiche. Esse sono analizzate mediante una serie di specifiche domande nell’indagine. La ricca banca dati generata permette di esaminare sia come il settore (distinti nei macrosettori dei servizi privati, metalmeccanico, ed altra industria) e la dimensione (quattro sono le classi dimensionali utilizzate: 10-19, 20-49, 50-99, 100 ed oltre addetti) influenzino le pratiche (innovative) orientate a performance superiori e quindi la competitività strutturale delle imprese, sia se e quali siano le sinergie rilevanti tra i suddetti fattori, al fine di incrementare la competitività complessiva dell’impresa. Quest’ultima è declinata in un’ottica, potremmo dire, di “responsabilità sociale di impresa”, nel momento in cui si pone enfasi non solo sui meri fattori di performance economica, ma sulla formazione, il “capitale sociale” inteso come attività di collaborazione con imprese ed istituzioni, la qualità delle condizioni di lavoro, tra cui gli infortuni, e le relazioni industriali. Si sottolinea che tali informazioni riguardano sia le imprese industriali che quelle dei servizi, ad iniziare dalla soglia dei 10 addetti, diversamente da altre indagini analoghe alla nostra che fissano la soglia ai 20, se non addirittura ai 50 addetti, e si concentrano unicamente sulle imprese manifatturiere. Tale scelta è stata compiuta anche rispettando il criterio di rappresentatività statistica della popolazione totale delle imprese. Inoltre, pur essendo l’enfasi prevalentemente congiunturale, la rilevazione di dati sul triennio 2005-2007 permette di effettuare considerazioni di carattere anche strutturale sulle relazioni tra attività innovative, pratiche orientate a maggiori performance quale la formazione, e le performance economiche, soprattutto redditività e produttività. Le performance economiche e quelle innovative, come vedremo tra loro strettamente integrate nella dinamica, sono alla base della quantità e qualità, livello delle skill e competenze richieste, delle “domande di lavoro” da parte delle imprese. Le analisi qui presentate metteranno in luce, offendo una dettagliata evidenza empirica declinata per settore e per dimensione delle imprese, come le sinergie tra la direttrice tecno-organizzativa ed il fattore formazione, pubblica e privata, sia il pilastro primario per la generazione di un circolo virtuoso tra performance economiche, investimenti in capitale tecnologico ed umano, e quindi una più robusta, su tutti i livelli, quantitativi e qualitativi, domanda di lavoro. Le criticità che emergono sul piano settoriale e dimensionale, insieme notiamo però ad alcune chiare luci positive da prendere ad esempio, costituiscono informazioni fondamentali per la strutturazione di interventi specifici nel prossimo futuro da parte delle associazioni imprenditoriali locali, delle associazioni di categoria e di rappresentanza dei dipendenti, e naturalmente della politica pubblica che si occupa, in provincia ed in regione, di formazione ed innovazione.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.