Alessandro Somma, in questo suo lavoro, riporta alla memoria con dovizia di dati, citazioni e nomi le collaborazioni tra accademici e politici italiani e tedeschi che, nel corso dei seminari e dei convegni organizzati allora, definirono e misero a punto le ideologie e le politiche razziste del regime fascista e del regime nazista. Facendo ciò, l'autore critica alcuni luoghi comuni assai diffusi: ad esempio, se molti ritengono che il razzismo tedesco e quello italiano presentassero all'epoca notevoli differenze teoriche (biologico e finalizzato all'annientamento fisico il primo, spiritualista e differenzialista il secondo), Somma nota come entrambi nei fatti mirassero all'annientamento (fisico o sociale) del soggetto individuato come pericoloso per il bene pubblico e per la "salute della razza". Simili politiche razziste, affini quantomeno per i risultati ottenuti se non nelle retoriche legittimanti, furono funzionali alla riforma, anch'essa in chiave razzista, dell'economia liberale, la quale non subì gli stessi pesanti attacchi che il liberalismo politico invece patì, con la radicale negazione dei diritti politici, ma vide comunque l'intervento massiccio dello Stato e della politica. Infatti, il sistema economico (devastato dalla crisi del 1929) si presentava allora come bisognoso dell'intervento statale e ciò permise ai regimi totalitari di introdurre trasformazioni profonde senza provocare reazioni o proteste eccessive.

Recensione a A. Somma, Economia di razza. Dal fascismo alla cittadinanza europea, Ombrecorte, Verona 2009

GIOLO, Orsetta
2010

Abstract

Alessandro Somma, in questo suo lavoro, riporta alla memoria con dovizia di dati, citazioni e nomi le collaborazioni tra accademici e politici italiani e tedeschi che, nel corso dei seminari e dei convegni organizzati allora, definirono e misero a punto le ideologie e le politiche razziste del regime fascista e del regime nazista. Facendo ciò, l'autore critica alcuni luoghi comuni assai diffusi: ad esempio, se molti ritengono che il razzismo tedesco e quello italiano presentassero all'epoca notevoli differenze teoriche (biologico e finalizzato all'annientamento fisico il primo, spiritualista e differenzialista il secondo), Somma nota come entrambi nei fatti mirassero all'annientamento (fisico o sociale) del soggetto individuato come pericoloso per il bene pubblico e per la "salute della razza". Simili politiche razziste, affini quantomeno per i risultati ottenuti se non nelle retoriche legittimanti, furono funzionali alla riforma, anch'essa in chiave razzista, dell'economia liberale, la quale non subì gli stessi pesanti attacchi che il liberalismo politico invece patì, con la radicale negazione dei diritti politici, ma vide comunque l'intervento massiccio dello Stato e della politica. Infatti, il sistema economico (devastato dalla crisi del 1929) si presentava allora come bisognoso dell'intervento statale e ciò permise ai regimi totalitari di introdurre trasformazioni profonde senza provocare reazioni o proteste eccessive.
2010
razzismo; europa; cittadinanza; diritti dei migranti; economia; fascismo
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