FINALITA: il presente studio si propone di valutare in termini di efficienza l'impatto dell'Assistenza Domiciliare Oncologica (ADI) nei confronti del tradizionale ricorso all'Assistenza Ospedaliera. MATERIALI E METODI: sull'intera coorte dei pazienti deceduti per neoplasia maligna in provincia di Ferrara nell'anno 2002 (1.460 casi) è stata condotta un'analisi sulle differenze di assistenza ospedaliera e di luogo di decesso tra pazienti seguiti e non con ADI. Sono stati analizzati i tassi ospedalizzasione (ricoveri e giornate di degenza) degli ultimi 90 giorni di vita, insieme alla probabilità di decesso intra- rispetto ad extra-ospedaliero. Sesso, età, residenza e raggruppamento prognostico dei tumori sono stati assunti come possibili modificatori di effetto o confondenti. RISULTATI: i pazienti seguiti con ADI attivata prima dell'ultimo trimestre di vita hanno presentato tassi di ricovero inferiori a quelli con assistenza tradizionale (IRR globale 0,78, IC 95% 0,67-0,91), assieme ad una netta diminuzione delle giornate di degenza, progressivamente più consistente all'aumentare della durata del programma (IRR globale 0,58; IC 95% 0,55-0,60) con modificazione di effetto da parte della prognosi, età, genere e residenza. Gli stessi pazienti seguiti con ADI hanno mostrato una netta tendenza al decesso in sede extraospedaliera, maggiore per le assistenze attivate tardivamente (OR 0,13; IC 95% 0,07-0,23 nell'ultima settimana versus OR 0,48, IC 95% 0,36-0,58 da più di tre mesi). CONCLUSIONI: l'ADI, protratta per tempi sufficientemente lunghi, sembra influenzare, con un minor ricorso al ricovero ospedaliero, il percorso assistenziale terminale, mentre i programmi attivati a ridosso del decesso sembrano consentire l'alternativa della morte al di fuori dell'ospedale.
Impatto delle cure palliative sull'assistenza dei pazienti oncologici in fase terminale in provincia di Ferrara nel 2002.
LELLI, Giorgio;FERRETTI, Stefano;RUFFINI, Raffaele;GULMINI, Loretta;GALLETTI, Alessio;CARANDINA, Ilaria
2006
Abstract
FINALITA: il presente studio si propone di valutare in termini di efficienza l'impatto dell'Assistenza Domiciliare Oncologica (ADI) nei confronti del tradizionale ricorso all'Assistenza Ospedaliera. MATERIALI E METODI: sull'intera coorte dei pazienti deceduti per neoplasia maligna in provincia di Ferrara nell'anno 2002 (1.460 casi) è stata condotta un'analisi sulle differenze di assistenza ospedaliera e di luogo di decesso tra pazienti seguiti e non con ADI. Sono stati analizzati i tassi ospedalizzasione (ricoveri e giornate di degenza) degli ultimi 90 giorni di vita, insieme alla probabilità di decesso intra- rispetto ad extra-ospedaliero. Sesso, età, residenza e raggruppamento prognostico dei tumori sono stati assunti come possibili modificatori di effetto o confondenti. RISULTATI: i pazienti seguiti con ADI attivata prima dell'ultimo trimestre di vita hanno presentato tassi di ricovero inferiori a quelli con assistenza tradizionale (IRR globale 0,78, IC 95% 0,67-0,91), assieme ad una netta diminuzione delle giornate di degenza, progressivamente più consistente all'aumentare della durata del programma (IRR globale 0,58; IC 95% 0,55-0,60) con modificazione di effetto da parte della prognosi, età, genere e residenza. Gli stessi pazienti seguiti con ADI hanno mostrato una netta tendenza al decesso in sede extraospedaliera, maggiore per le assistenze attivate tardivamente (OR 0,13; IC 95% 0,07-0,23 nell'ultima settimana versus OR 0,48, IC 95% 0,36-0,58 da più di tre mesi). CONCLUSIONI: l'ADI, protratta per tempi sufficientemente lunghi, sembra influenzare, con un minor ricorso al ricovero ospedaliero, il percorso assistenziale terminale, mentre i programmi attivati a ridosso del decesso sembrano consentire l'alternativa della morte al di fuori dell'ospedale.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.