A distanza di tre lustri dall'ultimo provvedimento di clemenza collettiva, il Parlamento - con legge 31 luglio 2006, n. 241 - ha concesso un indulto, generoso quanto a sconto di pena e ad estensione temporale. Ne è seguito un dibattito - veicolato dai mass media - unilateralmente critico sui suoi contenuti e sulla sua applicazione. In controtendenza, il saggio argomenta invece a favore della scelta parlamentare: per la sua ratio di fondo, per il suo impatto sulla realtà carceraria, per i suoi meccanismi normativi. E dimostra come gli aspetti più opachi dell'indulto del 2006 (e della sua deliberazione parlamentare) siano imputabili al procedimento aggravato ex art. 79 Cost. novellato nel 1992, di cui la legge n. 241 del 2006 è in assoluto il primo prodotto. L'indulto del 2006 diviene così il banco di prova di una riforma costituzionale da riformare nuovamente, secondo coordinate che rendano possibile - non solo una tantum - l'approvazione di provvedimenti di clemenza quali strumenti di politica criminale, non ordinari ed effettivamente suscettibili di un controllo in ordine alla loro costituzionalità. Coordinate che verranno tracciate in un prossimo contributo dell'Autore, mettendo a valore quanto al Corte costituzionale ha deciso - con sentenza n. 200/2006 - in tema di titolarità ed esercizio del potere di grazia.
Dopo l'indulto del 2006: tornare a riformare l'art. 79 della Costituzione
PUGIOTTO, Andrea
2007
Abstract
A distanza di tre lustri dall'ultimo provvedimento di clemenza collettiva, il Parlamento - con legge 31 luglio 2006, n. 241 - ha concesso un indulto, generoso quanto a sconto di pena e ad estensione temporale. Ne è seguito un dibattito - veicolato dai mass media - unilateralmente critico sui suoi contenuti e sulla sua applicazione. In controtendenza, il saggio argomenta invece a favore della scelta parlamentare: per la sua ratio di fondo, per il suo impatto sulla realtà carceraria, per i suoi meccanismi normativi. E dimostra come gli aspetti più opachi dell'indulto del 2006 (e della sua deliberazione parlamentare) siano imputabili al procedimento aggravato ex art. 79 Cost. novellato nel 1992, di cui la legge n. 241 del 2006 è in assoluto il primo prodotto. L'indulto del 2006 diviene così il banco di prova di una riforma costituzionale da riformare nuovamente, secondo coordinate che rendano possibile - non solo una tantum - l'approvazione di provvedimenti di clemenza quali strumenti di politica criminale, non ordinari ed effettivamente suscettibili di un controllo in ordine alla loro costituzionalità. Coordinate che verranno tracciate in un prossimo contributo dell'Autore, mettendo a valore quanto al Corte costituzionale ha deciso - con sentenza n. 200/2006 - in tema di titolarità ed esercizio del potere di grazia.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.