L'articolo analizza approfonditamente la giurisprudenza comune (specie Cassazione e Consiglio di Stato) e costituzionale in materia di rapporti tra ordinamento italiano e sistema CEDU, evidenziando, alla luce delle sempre più numerose sollecitazioni della prassi, una carenza nelle ricostruzioni teoriche. In particolare, l'articolo mira a dimostrare come i meccanismi di tutela CEDU non siano più inquadrabili entro un modello puramente internazionalistico, che limita la pronuncia del giudice europeo al solo caso concreto, senza valutazioni generali in termini di compatibilità tra norme interne e CEDU e senza possibilità di produrre effetti riparatori alternativi a quelli ottenibili dalla giustizia interna. La possibilità, inoltre, che un ricorrente possa rivolgersi direttamente alla Corte EDU, senza attendere l'esito di un processo interno ritenuto "ineffettivo" ai sensi della CEDU stessa, e che i giudici comuni mutino il "diritto vivente" su una certa legislazione interna in ossequio a condanne della Corte EDU, dimostra ampiamente la natura interconnessa dei sistemi di tutela. Quanto al problema di giustificare la disapplicazione della legge nazionale in ossequio di una pronuncia della Corte EDU che la ritenga chiaramente contraria alla CEDU, l'articolo cerca di superare le fuorvianti analogie con il diritto comunitario, sottolineando tuttavia che, in diverso modo e su diversi fondamenti, anche il sistema CEDU potrebbe giustificare la disapplicazione, se adeguatamente ancorato alle pertinenti norme costituzionali (artt. 11 e/o 117, co. 1, cost.). Si tratta tuttavia di una questione che solo la Corte costituzionale potrebbe sciogliere in modo vincolante per i giudici comuni.
La CEDU e l'ordinamento nazionale: tendenze giurisprudenziali recenti e nuove esigenze teoriche
GUAZZAROTTI, Andrea
2006
Abstract
L'articolo analizza approfonditamente la giurisprudenza comune (specie Cassazione e Consiglio di Stato) e costituzionale in materia di rapporti tra ordinamento italiano e sistema CEDU, evidenziando, alla luce delle sempre più numerose sollecitazioni della prassi, una carenza nelle ricostruzioni teoriche. In particolare, l'articolo mira a dimostrare come i meccanismi di tutela CEDU non siano più inquadrabili entro un modello puramente internazionalistico, che limita la pronuncia del giudice europeo al solo caso concreto, senza valutazioni generali in termini di compatibilità tra norme interne e CEDU e senza possibilità di produrre effetti riparatori alternativi a quelli ottenibili dalla giustizia interna. La possibilità, inoltre, che un ricorrente possa rivolgersi direttamente alla Corte EDU, senza attendere l'esito di un processo interno ritenuto "ineffettivo" ai sensi della CEDU stessa, e che i giudici comuni mutino il "diritto vivente" su una certa legislazione interna in ossequio a condanne della Corte EDU, dimostra ampiamente la natura interconnessa dei sistemi di tutela. Quanto al problema di giustificare la disapplicazione della legge nazionale in ossequio di una pronuncia della Corte EDU che la ritenga chiaramente contraria alla CEDU, l'articolo cerca di superare le fuorvianti analogie con il diritto comunitario, sottolineando tuttavia che, in diverso modo e su diversi fondamenti, anche il sistema CEDU potrebbe giustificare la disapplicazione, se adeguatamente ancorato alle pertinenti norme costituzionali (artt. 11 e/o 117, co. 1, cost.). Si tratta tuttavia di una questione che solo la Corte costituzionale potrebbe sciogliere in modo vincolante per i giudici comuni.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.