Introduzione. In Italia, l’impatto della pandemia da SARS-CoV2 sulla salute dei lavoratori di aziende pubbliche e private ha rimarcato l’assenza di una reale definizione epidemiologica delle malattie professionali da agenti biologici. Infatti, sebbene l’istituzione di uno specifico registro di malattie professionali da agenti biologici sia prevista dall’art. 281 del D.lgs 81/08, l’assenza degli specifici decreti attuativi ne ha reso al momento vana l’applicazione. Inoltre, dato che le circostanze dell’infezione professionale sono spesso di natura violenta ed immediata, l’inquadramento assicurativo delle patologie infettive professionali è previsto dall’INAIL nella gestione infortuni. Come conseguenza al momento è evidente una scarsa conoscenza del fenomeno dal punto di vista epidemiologico, un’ampia sottonotifica di queste patologie ed una incompleta analisi dei fattori di rischio implicati. Obiettivi. L’obiettivo di questo studio si pone all’interno del progetto INAIL BRIC 22/2022 “Ricerca attiva delle tecnopatie infettive” (PRATI), che in generale si propone di attivare una rete in cui diverse strutture (Servizi territoriali delle ASL, Ospedali, Università, INAIL) collaborino alla sorveglianza epidemiologica delle malattie- infortunio causate dagli agenti biologici negli ambienti di lavoro, tramite lo sviluppo di un sistema di monitoraggio e di valutazione dei fattori di rischio presenti sul territorio. In particolare, i Servizi territoriali delle ASL coinvolte nel Progetto, si propongono di mettere in atto all’interno dei Dipartimenti della Prevenzione efficaci strategie per innalzare il livello di notifica ed acquisire utili conoscenze sui fattori di rischio, capaci di attivare idonei interventi di prevenzione sul territorio e sensibilizzare tutti gli addetti ai lavori. Metodi. Fino ad oggi sono state messi in atto interventi di ricerca attiva delle tecnopatie da agenti biologici, sviluppando un sistema di monitoraggio e di valutazione dei fattori di rischio, inclusi quelli organizzativi e gestionali, presenti sul territorio nazionale tramite la messa a punto di una scheda di raccolta dati. Là dove è stato possibile sono stati poi attivati interessanti ed innovativi flussi informativi fra le diverse strutture dei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL, in particolare con l’Igiene Pubblica. Risultati e Conclusioni. L’attivazione della rete ha portato ad un innalzamento della notifica delle malattieinfortunio di origine infettiva. La compilazione della scheda di rilevazione ha facilitato la conoscenza dei fattori di rischio, utile per l’attivazione delle strategie di prevenzione, ma ha messo in evidenza anche criticità nella gestione di queste tecnopatie in ambito dipartimentale, con una distribuzione per altro non omogenea. Ci aspettiamo che il progetto possa avere anche una ricaduta nella valutazione dell’impatto delle campagne vaccinali negli ambienti di lavoro portando ad un ampliamento della copertura vaccinale. La collaborazione tra Inail, Regioni e Università, cornice in cui questo progetto si muove, rappresenta un esempio di virtuosa di collaborazione per definire in maniera completa un complesso argomento grazie al contributo di tutte le competenze utili e necessarie.
IL FENOMENO DEGLI INFORTUNI BIOLOGICI E LA LORO GESTIONE NEI DIPARTIMENTI DI PREVENZIONE DELLE ASL
Nicola Murgia;Anna Bordignon;Mattia Roberto Nocilla;Stefano Mattioli
2025
Abstract
Introduzione. In Italia, l’impatto della pandemia da SARS-CoV2 sulla salute dei lavoratori di aziende pubbliche e private ha rimarcato l’assenza di una reale definizione epidemiologica delle malattie professionali da agenti biologici. Infatti, sebbene l’istituzione di uno specifico registro di malattie professionali da agenti biologici sia prevista dall’art. 281 del D.lgs 81/08, l’assenza degli specifici decreti attuativi ne ha reso al momento vana l’applicazione. Inoltre, dato che le circostanze dell’infezione professionale sono spesso di natura violenta ed immediata, l’inquadramento assicurativo delle patologie infettive professionali è previsto dall’INAIL nella gestione infortuni. Come conseguenza al momento è evidente una scarsa conoscenza del fenomeno dal punto di vista epidemiologico, un’ampia sottonotifica di queste patologie ed una incompleta analisi dei fattori di rischio implicati. Obiettivi. L’obiettivo di questo studio si pone all’interno del progetto INAIL BRIC 22/2022 “Ricerca attiva delle tecnopatie infettive” (PRATI), che in generale si propone di attivare una rete in cui diverse strutture (Servizi territoriali delle ASL, Ospedali, Università, INAIL) collaborino alla sorveglianza epidemiologica delle malattie- infortunio causate dagli agenti biologici negli ambienti di lavoro, tramite lo sviluppo di un sistema di monitoraggio e di valutazione dei fattori di rischio presenti sul territorio. In particolare, i Servizi territoriali delle ASL coinvolte nel Progetto, si propongono di mettere in atto all’interno dei Dipartimenti della Prevenzione efficaci strategie per innalzare il livello di notifica ed acquisire utili conoscenze sui fattori di rischio, capaci di attivare idonei interventi di prevenzione sul territorio e sensibilizzare tutti gli addetti ai lavori. Metodi. Fino ad oggi sono state messi in atto interventi di ricerca attiva delle tecnopatie da agenti biologici, sviluppando un sistema di monitoraggio e di valutazione dei fattori di rischio, inclusi quelli organizzativi e gestionali, presenti sul territorio nazionale tramite la messa a punto di una scheda di raccolta dati. Là dove è stato possibile sono stati poi attivati interessanti ed innovativi flussi informativi fra le diverse strutture dei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL, in particolare con l’Igiene Pubblica. Risultati e Conclusioni. L’attivazione della rete ha portato ad un innalzamento della notifica delle malattieinfortunio di origine infettiva. La compilazione della scheda di rilevazione ha facilitato la conoscenza dei fattori di rischio, utile per l’attivazione delle strategie di prevenzione, ma ha messo in evidenza anche criticità nella gestione di queste tecnopatie in ambito dipartimentale, con una distribuzione per altro non omogenea. Ci aspettiamo che il progetto possa avere anche una ricaduta nella valutazione dell’impatto delle campagne vaccinali negli ambienti di lavoro portando ad un ampliamento della copertura vaccinale. La collaborazione tra Inail, Regioni e Università, cornice in cui questo progetto si muove, rappresenta un esempio di virtuosa di collaborazione per definire in maniera completa un complesso argomento grazie al contributo di tutte le competenze utili e necessarie.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


