TPL e mobilità studentesca a Ferrara: un'analisi programmatica [Public Transport andStudent Mobility inFerrara: A ProgrammaticAnalysis]

Italy’s mid-sized cities concentrate everyday mobility within short distances, and yet remain car-dependent; Ferrara exemplifies this paradox, with high motorization and comparatively low public transport supply. In 2024 the University of Ferrara and AMI launched an integrated program to reorient mobility policy, focusing on students as a strategic user group. We report early results from two complementary strands: a province-wide georeferenced mobility analysis for 11,309 upper-secondary pupils to estimate the latent demand for public transport and active modes; and the “Pi.U.MOB” survey targeting university students (2,617 responses in May-June 2025) capturing modal shares, mobility needs, and propensity to change behavior. Public transport emerges as the principal mode for 40.9% of university respondents (64.3% including secondary use), with walking at 13.7%, cycling 12.4%, and private car 31.7%. Scenario modeling suggests that targeted bus priority, rail-bus and bike-train integration, and demand- responsive services could shift a substantial share from car to TPL, cutting the cohort’s annual CO2 emissions by up to 55% (to 1,517 t/year). These findings substantiate a programmatic agenda: align service supply with student spatio/temporal patterns; prioritize bus priority/BRT and intermodality; and institutionalize student monitoring within mobility governance. Positioning students at the core of planning can improve accessibility, reduce emissions, and enhance transport equity in medium-sized Italian cities.

Le città medie italiane concentrano la mobilità quotidiana su brevi distanze e tuttavia restano auto-dipendenti; Ferrara esemplifica questo paradosso, combinando un elevato tasso di motorizzazione con un’offerta di trasporto pubblico contenuta. Nel 2024 l’Università di Ferrara e AMI hanno avviato un programma integrato per riorientare le politiche della mobilità, ponendo gli studenti al centro come gruppo-utente strategico. L'articolo presenta i risultati preliminari provenienti da due filoni complementari: un’analisi georeferenziata della mobilità a scala provinciale per 11.309 studenti della scuola secondaria di secondo grado, finalizzata a stimare la domanda latente di TPL e mobilità attiva; e l’indagine “Pi.U.MOB” rivolta agli studenti universitari (2.617 risposte, maggio–giugno 2025), che rileva ripartizioni modali, bisogni di mobilità e propensione al cambiamento. Il TPL emerge come modalità principale per il 40,9% degli studenti universitari (64,3% includendo l’uso secondario), contro il 31,7% dell’auto privata. La modellazione di scenari suggerisce che corsie preferenziali mirate per gli autobus, una migliore integrazione ferro-gomma e bici-treno, e servizi a chiamata potrebbero trasferire un'ulteriore quota di spostamenti dall’auto al TPL, riducendo le emissioni annue di CO₂ della coorte fino al 55% (1.517 t/anno). Tali evidenze sostanziano un’agenda programmatica: allineare l’offerta di servizio ai pattern spazio-temporali degli studenti; prioritizzare gli autobus, il BRT e l’intermodalità; istituzionalizzare il monitoraggio della popolazione studentesca all’interno della governance urbano-territoriale della mobilità.