300 pagine) nel 1974, mettendo in luce non salo una profonda conoscenza dell’argomento ma, più in generale, della cultura tedesca dell’epoca. Ciò che, tuttavia, ci sembra più interessante è l’originalità della trattazione che individua l’essere umano al centro di una dialettica natura-cultura nella quale la storia segna i passaggi evolutivi della formazione. Una formazione che non offre certezze, anzi, che implica scelte rischiose. Più in generale, l’attenzione al tema della storia in relazione a quello dell’educazione rappresenta il fulcro di un progetto d’indagine che individua nella filosofia dell’educazione l’interpretazione simbolica del sentire individuale entro l’orizzonte della storia. Di qui, la convinzione nel filosofo tedesco che nella trama del processo storico universale vi sia un unico fine degno della nostra specifica natura. Kant è filosofo dell’Illuminismo, ma, sottolinea Margiotta, in certa misura ne trascende la prospettiva proprio nelle riflessioni pedagogiche. Emerge così un’idea di formazione che per le sue implicazioni morali, religiose e politiche connota una Modernità inquieta, tra esigenze di sviluppo e resistenze conservatrici. Questo articolo vuole porre in luce lo specifico dell’analisi che un giovane Umberto Margiotta ci offre dell’opera di Kant. In questa raffinatissima analisi ravvisiamo i primi vitali fermenti della sua teoresi pedagogica.
Umberto Margiotta e lo studio di Kant: Tra storia, morale ed educazione
Anita Gramigna
Primo
2025
Abstract
300 pagine) nel 1974, mettendo in luce non salo una profonda conoscenza dell’argomento ma, più in generale, della cultura tedesca dell’epoca. Ciò che, tuttavia, ci sembra più interessante è l’originalità della trattazione che individua l’essere umano al centro di una dialettica natura-cultura nella quale la storia segna i passaggi evolutivi della formazione. Una formazione che non offre certezze, anzi, che implica scelte rischiose. Più in generale, l’attenzione al tema della storia in relazione a quello dell’educazione rappresenta il fulcro di un progetto d’indagine che individua nella filosofia dell’educazione l’interpretazione simbolica del sentire individuale entro l’orizzonte della storia. Di qui, la convinzione nel filosofo tedesco che nella trama del processo storico universale vi sia un unico fine degno della nostra specifica natura. Kant è filosofo dell’Illuminismo, ma, sottolinea Margiotta, in certa misura ne trascende la prospettiva proprio nelle riflessioni pedagogiche. Emerge così un’idea di formazione che per le sue implicazioni morali, religiose e politiche connota una Modernità inquieta, tra esigenze di sviluppo e resistenze conservatrici. Questo articolo vuole porre in luce lo specifico dell’analisi che un giovane Umberto Margiotta ci offre dell’opera di Kant. In questa raffinatissima analisi ravvisiamo i primi vitali fermenti della sua teoresi pedagogica.| File | Dimensione | Formato | |
|---|---|---|---|
|
FI_2025_23_02_134-139_Gramigna.pdf
accesso aperto
Descrizione: Full text editoriale
Tipologia:
Full text (versione editoriale)
Licenza:
Creative commons
Dimensione
744.55 kB
Formato
Adobe PDF
|
744.55 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


