Santa comunità, infame accademia. Le attività e le regole sui generis di un’organizzazione criminale nella novella Rinconete y Cortadillo di Cervantes

Nella novella Rinconete y Cortadillo, pubblicata nel 1613, Cervantes racconta la storia di due criminali girovaghi che giunti a Siviglia si uniscono all’associazione criminale che controlla tutte le attività criminose cittadine. L’autore descrive il mondo del crimine capovolgendo la realtà. L’associazione assomiglia alle confraternite dell’epoca e i criminali sono profondamente religiosi. Sono stabilite regole rigorose per tutte le attività comuni e per dividere le responsabilità e i guadagni. L’aspetto più interessante è che tutte le attività criminali sono eseguite secondo gli ordini del capo Monipodio, che tiene nota in un piccolo taccuino di ogni delitto secondo criteri simili a quelli della nascente burocrazia pubblica e all’occorrenza giudica delle controversie. Nel racconto di Cervantes le attività criminali sembrano giuste e razionali, ironizzando in questo modo sulla corruzione della società spagnola.