Il 2024 sarà ricordato come un anno cruciale del “cammino comunitario” della Corte costituzionale. Con un primo “passo”, la Consulta ha definito le implicazioni della disapplicazione della norma nazionale in contrasto con il diritto dell’Unione europea direttamente efficace nell’azione civile contro le discriminazioni (sentenza n. 15/2024). Con un secondo “passo”, la Corte costituzionale ha confermato la propria giurisprudenza sulla “doppia pregiudiziale” che ha fatto propria sin dalla sentenza n. 269/2017, dialogando con la Corte di giustizia in tema di accesso per gli stranieri alle prestazioni sociali (ordinanza n. 29/2024). Con un terzo “passo”, la Corte costituzionale ha definito un nuovo “modello” di relazioni con i giudici comuni, ritenendo ammissibili questioni di costituzionalità anche nel caso in cui la norma nazionale contrasti con una norma dell’Unione direttamente efficace o applicabile, a prescindere dalla sua fonte (sentenza n. 181/2024). Dunque, il presente contributo vuole offrire una lettura critica di questi tre passi che hanno ridefinito le relazioni tra il diritto interno e quello dell’Unione europea. Un filo rosso lega queste tre pronunce: la certezza del diritto, intesa come applicazione a “livello ordinamentale” del diritto dell’Unione, quale “bene costituzionale” che il sindacato accentrato di costituzionalità consente di raggiungere.
I tre passi (decisi e decisivi) del 2024 nel “cammino comunitario” della Corte costituzionale
Samuele Barbieri
Primo
2025
Abstract
Il 2024 sarà ricordato come un anno cruciale del “cammino comunitario” della Corte costituzionale. Con un primo “passo”, la Consulta ha definito le implicazioni della disapplicazione della norma nazionale in contrasto con il diritto dell’Unione europea direttamente efficace nell’azione civile contro le discriminazioni (sentenza n. 15/2024). Con un secondo “passo”, la Corte costituzionale ha confermato la propria giurisprudenza sulla “doppia pregiudiziale” che ha fatto propria sin dalla sentenza n. 269/2017, dialogando con la Corte di giustizia in tema di accesso per gli stranieri alle prestazioni sociali (ordinanza n. 29/2024). Con un terzo “passo”, la Corte costituzionale ha definito un nuovo “modello” di relazioni con i giudici comuni, ritenendo ammissibili questioni di costituzionalità anche nel caso in cui la norma nazionale contrasti con una norma dell’Unione direttamente efficace o applicabile, a prescindere dalla sua fonte (sentenza n. 181/2024). Dunque, il presente contributo vuole offrire una lettura critica di questi tre passi che hanno ridefinito le relazioni tra il diritto interno e quello dell’Unione europea. Un filo rosso lega queste tre pronunce: la certezza del diritto, intesa come applicazione a “livello ordinamentale” del diritto dell’Unione, quale “bene costituzionale” che il sindacato accentrato di costituzionalità consente di raggiungere.| File | Dimensione | Formato | |
|---|---|---|---|
|
Post-Samuele-Barbieri.pdf
accesso aperto
Descrizione: Full text editoriale
Tipologia:
Full text (versione editoriale)
Licenza:
PUBBLICO - Pubblico con Copyright
Dimensione
466.33 kB
Formato
Adobe PDF
|
466.33 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


