La presente nota muove dalla sent. n. 16 del 2024, con cui la Corte costituzionale ammonisce il legislatore della Regione Puglia per l’utilizzo della impropria locuzione “mare territoriale” nella l.r. 6/2023. La censura della Consulta offre uno spunto di riflessione per analizzare un profilo originale e poco battuto, ossia la contesa definitoria su nomina di tipica pertinenza statale, trasposti nel drafting normativo regionale. Dall’analisi di alcuni precedenti, emerge come tali abusi terminologici orbitino puntualmente attorno ai concetti di sovranità, popolo e territorio, quali elementi costitutivi della sovranità statale. Pertanto, lungi dall’esprimere un mero vizio di forma, la questione viene ricondotta alle più complesse dinamiche competenziali fra Stato e Regioni.
Il linguaggio dei poteri: ben più di un problema nominalistico. Osservazioni a margine della sentenza n. 16 del 2024
Buccino S.
2025
Abstract
La presente nota muove dalla sent. n. 16 del 2024, con cui la Corte costituzionale ammonisce il legislatore della Regione Puglia per l’utilizzo della impropria locuzione “mare territoriale” nella l.r. 6/2023. La censura della Consulta offre uno spunto di riflessione per analizzare un profilo originale e poco battuto, ossia la contesa definitoria su nomina di tipica pertinenza statale, trasposti nel drafting normativo regionale. Dall’analisi di alcuni precedenti, emerge come tali abusi terminologici orbitino puntualmente attorno ai concetti di sovranità, popolo e territorio, quali elementi costitutivi della sovranità statale. Pertanto, lungi dall’esprimere un mero vizio di forma, la questione viene ricondotta alle più complesse dinamiche competenziali fra Stato e Regioni.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


