L’area oggetto della call for project “Archeologia urbana e Mostra d’Oltremare” è costituita dal bordo superiore del sistema urbano Mostra d’Oltremare-Laboratori del Politecnico. Questa grande “zolla” è solcata in due punti dall’asse di Via Marconi, l’ampio viale sul quale si trova la storica sede e l’auditorium della Rai di Napoli. Il sistema è, inoltre, inscritto in una più ampia struttura di relazioni che caratterizza questa parte di città che accoglie, in una superficie relativamente limitata, alcuni tra i più significativi simboli della “modernità” partenopea: lo Stadio San Paolo, poi Stadio Maradona, di Carlo Cocchia, oggi fortemente alterato nella sua configurazione originale dagli interventi di Italia ’90; il Politecnico di Luigi Cosenza connesso al sistema di case popolari dello stesso autore; la già citata sede Rai, l’istituto motori CNR di Pica Ciamarra. La Mostra d’Oltremare è a sua volta parte di un settore urbano più ampio che comprende lo Zoo di Napoli, realizzato nel 1940, ed Edenlandia, il più antico parco di divertimenti d’Europa aperto nel 1965. In questa visione l’insieme delle rovine archeologiche, testimonianza di un antico disegno a scala territoriale che, di fatto, oggi riappare per singoli frammenti, può essere riassunto in una sequenza complessiva di spazi pubblici che rafforzi il senso e il significato di ciascuno ricomponendone il sistema di relazioni. La risposta alla call si articola dunque in una visione alla scala territoriale che doveva essere poi declinata alla scala architettonica approfondendo uno dei tre ambiti tematici individuati. Via Terracina e il margine a nord della Mostra d’Oltremare, i resti archeologici relativi all’antico tracciato della strada Antiniana, al Mausoleo funerario, all’acquedotto del Serino e al complesso termale sono i principali elementi che caratterizzano l’ambito di progetto e che richiedono di essere letti secondo una logica relazionale. Oggi via Terracina rappresenta una cesura nel tessuto delle potenziali interazioni tra spazio archeologico e spazio pubblico: una strada a doppio senso priva di punti di aggregazione e di relazioni con i resti archeologici i quali, essendo ad una quota ben più inferiore, restano separati e occultati tra essenze arboree ed edifici in stato di abbandono. Alcuni di questi edifici abbandonati appartengono peraltro al settore nord della Mostra d’Oltremare, che con questo progetto si intende integrare attraverso un sistema formato da nuovi edifici e percorsi in grado di intrecciare nuove relazioni tra gli isolati a nord di via Terracina, le aree archeologiche e la Mostra. Il progetto sviluppato dal gruppo dell'Università di Ferrara, è strutturato da un masterplan a scala urbana, articolato in 3 ambiti di approfondimento a scala architettonica.
Progetto per la riqualificazione dell'area archeologica sul margine nord della Mostra d'Oltremare a Napoli
A. Gaiani;G. Lelli;V. Radi;A. Massarente;M. Biancardi;A. Stella;N. Di Virgilio;
2024
Abstract
L’area oggetto della call for project “Archeologia urbana e Mostra d’Oltremare” è costituita dal bordo superiore del sistema urbano Mostra d’Oltremare-Laboratori del Politecnico. Questa grande “zolla” è solcata in due punti dall’asse di Via Marconi, l’ampio viale sul quale si trova la storica sede e l’auditorium della Rai di Napoli. Il sistema è, inoltre, inscritto in una più ampia struttura di relazioni che caratterizza questa parte di città che accoglie, in una superficie relativamente limitata, alcuni tra i più significativi simboli della “modernità” partenopea: lo Stadio San Paolo, poi Stadio Maradona, di Carlo Cocchia, oggi fortemente alterato nella sua configurazione originale dagli interventi di Italia ’90; il Politecnico di Luigi Cosenza connesso al sistema di case popolari dello stesso autore; la già citata sede Rai, l’istituto motori CNR di Pica Ciamarra. La Mostra d’Oltremare è a sua volta parte di un settore urbano più ampio che comprende lo Zoo di Napoli, realizzato nel 1940, ed Edenlandia, il più antico parco di divertimenti d’Europa aperto nel 1965. In questa visione l’insieme delle rovine archeologiche, testimonianza di un antico disegno a scala territoriale che, di fatto, oggi riappare per singoli frammenti, può essere riassunto in una sequenza complessiva di spazi pubblici che rafforzi il senso e il significato di ciascuno ricomponendone il sistema di relazioni. La risposta alla call si articola dunque in una visione alla scala territoriale che doveva essere poi declinata alla scala architettonica approfondendo uno dei tre ambiti tematici individuati. Via Terracina e il margine a nord della Mostra d’Oltremare, i resti archeologici relativi all’antico tracciato della strada Antiniana, al Mausoleo funerario, all’acquedotto del Serino e al complesso termale sono i principali elementi che caratterizzano l’ambito di progetto e che richiedono di essere letti secondo una logica relazionale. Oggi via Terracina rappresenta una cesura nel tessuto delle potenziali interazioni tra spazio archeologico e spazio pubblico: una strada a doppio senso priva di punti di aggregazione e di relazioni con i resti archeologici i quali, essendo ad una quota ben più inferiore, restano separati e occultati tra essenze arboree ed edifici in stato di abbandono. Alcuni di questi edifici abbandonati appartengono peraltro al settore nord della Mostra d’Oltremare, che con questo progetto si intende integrare attraverso un sistema formato da nuovi edifici e percorsi in grado di intrecciare nuove relazioni tra gli isolati a nord di via Terracina, le aree archeologiche e la Mostra. Il progetto sviluppato dal gruppo dell'Università di Ferrara, è strutturato da un masterplan a scala urbana, articolato in 3 ambiti di approfondimento a scala architettonica.| File | Dimensione | Formato | |
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Descrizione: Progetto nel catalogo ProArch Mostra d'Oltremare, Libria, Melfi 2024 (ISBN 978-88-6764-350-9), nell'ambito di Quaderni ProArch Intersezioni
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