Design tra ecologia politica e ambientalismo “scientifico”. Dalle esperienze degli anni settanta al contributo di Ezio Manzini

The paper examines the ways in which, during the 1970s, Italian design culture addresses the impact on health and the environment generated by the overproduction of objects and artifacts and illustrates some of the policy positions and operational proposals formulated by designers as solutions to these problems. After a general framing of the Italian context and the cultural and ideological debate that passing through it, the essay examines a series of theoretical formulations and projects published in the early 1970s in Casabella magazine, and eventually traces a possible line of continuity between the research of those years and the contribution made, in this field of design, by Ezio Manzini in the 1980s and 1990s. The aim is to clarify the ways and forms in which the Italian project culture absorbed and metabolized many of those instances of change, engaging, at the main time, on a “contestative” front and on a propositional one of alternative development models.

l contributo esamina i modi in cui, nel corso degli anni settanta, la cultura italiana del design si confronta con l’impatto sulla salute e sull’ambiente generato dalla sovrapproduzione di oggetti e artefatti e illustra alcune posizioni politiche e proposte operative formulate dai designer come soluzione a tali problemi. Dopo un inquadramento del contesto italiano e del dibattito culturale e ideologico che lo attraversa, il saggio esamina una serie di formulazioni teoriche e progetti pubblicati nei primi anni settanta sulla rivista Casabella, tracciando infine una possibile linea di continuità tra le ricerche di quegli anni e il contributo offerto in questo campo da Ezio Manzini negli anni ottanta e novanta. L’obiettivo è quello di chiarire in quali modi la cultura italiana del progetto ha assorbito e metabolizzato molte di quelle istanze di cambiamento, impegnandosi contemporaneamente su un fronte “contestativo” e su uno propositivo di modelli di sviluppo alternativi.