OLTRE L’IMPASSE DEL MODERNO. Un esercizio di koinologia

Moving from a suggestion by Jean-François Lyotard, the paper deals with a small exercise in ‘koinology’, namely the attempt to (re-)establish a common and shared dimension to face our times; a framework which takes up the modern Leitmotiv without emulating it. The argument consists of two parts. In the first part, the koinological instance is compared with an unprecedented risk that has emerged in the context of COVID-19 pandemic: an event that perfectly symbolizes the post- or hyper-modern condition. Against the backdrop of a “pandemic society” looms the bogeyman of the idioverse: an echo-cosmos that each person builds (and inhabits) for their own use and consumption, within which every common/shared horizon turns out to be im-possible. The idioverse makes every possible koinè a chimera, eclipsing it even as a requirement. The second part presents a framework within which the koinological instance can be restarted. This is the Anthropocene, interpreted as an aspiring new métarécit rather than a geological epoch. The paper focuses on the political-ide-ological implications of the Anthropocene, particularly those related to anthropological universalism, that is, the legitimacy of the prefix “anthropos” to name this unprecedented epochal scenario

Partendo da una suggestione di Jean-François Lyotard, il saggio presenta un piccolo esercizio di “koinologia”, ovvero il tentativo di (ri)stabilire una dimensione comune e condivisa per affrontare il nostro tempo; qualcosa che riprenda il Leitmotiv moderno, senza emularlo. L'argomentazione si compone di due parti. Nella prima parte, l'istanza koinologica viene confrontata con un rischio senza precedenti emerso nel contesto della pandemia COVID-19: un evento che simboleggia perfettamente la condizione post o iper-moderna. Sullo sfondo di una “società pandemica” incombe lo spauracchio dell'idioverso: un echo-cosmo che ciascuno costruisce (e abita) a proprio uso e consumo, all'interno del quale ogni orizzonte comune/condiviso risulta im-praticabile. L'idioverso rende ogni possibile koinè una chimera, eclissandola persino come esigenza. La seconda parte presenta un quadro entro il quale l'istanza koinologica può essere riavviata. Si tratta dell'Antropocene, interpretato come un'aspirante nuova métarécit piuttosto che come epoca geologica. L'articolo si concentra sulle implicazioni politico-ideologiche dell'Antropocene, in particolare su quelle relative al suo universalismo antropologico, cioè alla legittimità del prefisso “anthropos” per denominare questo inedito scenario epocale.