L’attenzione e il successo immediato che il Furioso registrò presso i lettori e i critici è testimoniato anche dai commenti dei suoi contemporanei. Oggetto privilegiato dell’analisi e dell’osservazioni di tali commentatori furono quelle che con un termine ottocentesco chiameremmo ‘fonti del Furioso’ e che erano rubricate, invece, sotto il termine eloquente di imitationi. Secondo il principio aureo dell’imitatio, la grandezza di Ariosto e della sua opera sarebbe stata attestata dalla raffi nata ripresa di modelli classici (Virgilio e Ovidio, in primo luogo). In un panorama ricco ma per tanti versi omogeneo, spiccano le Osservationi del signor Alberto Lavezuola sopra il Furioso, che accompagnano l’edizione del poema impressa da Francesco de Franceschi nel 1584. Il commento di Lavezola si allontana da quelli dei suoi predecessori e riserva particolare attenzione all’Ariosto lettore ed estimatore dei classici volgari (Dante e Boccaccio, in primis). L’intervento intende dunque offrire un’analisi della prassi di commento del Lavezola, concentrandosi su quella che egli stesso defi nisce l’imitatione del Boccaccio. Molti dei rimandi intertestuali suggeriti dal Lavezola contribuiscono, infatti, a mettere a fuoco un’ulteriore tessera della variegata memoria poetica di Ariosto e aggiungono nuovi elementi per comprendere le sue straordinarie doti di lettore e ‘imitatore’ di antichi e moderni.

«A imitatione del Boccaccio». Alberto Lavezola commentatore del Furioso

Rizzarelli, Giovanna
Primo
2023

Abstract

L’attenzione e il successo immediato che il Furioso registrò presso i lettori e i critici è testimoniato anche dai commenti dei suoi contemporanei. Oggetto privilegiato dell’analisi e dell’osservazioni di tali commentatori furono quelle che con un termine ottocentesco chiameremmo ‘fonti del Furioso’ e che erano rubricate, invece, sotto il termine eloquente di imitationi. Secondo il principio aureo dell’imitatio, la grandezza di Ariosto e della sua opera sarebbe stata attestata dalla raffi nata ripresa di modelli classici (Virgilio e Ovidio, in primo luogo). In un panorama ricco ma per tanti versi omogeneo, spiccano le Osservationi del signor Alberto Lavezuola sopra il Furioso, che accompagnano l’edizione del poema impressa da Francesco de Franceschi nel 1584. Il commento di Lavezola si allontana da quelli dei suoi predecessori e riserva particolare attenzione all’Ariosto lettore ed estimatore dei classici volgari (Dante e Boccaccio, in primis). L’intervento intende dunque offrire un’analisi della prassi di commento del Lavezola, concentrandosi su quella che egli stesso defi nisce l’imitatione del Boccaccio. Molti dei rimandi intertestuali suggeriti dal Lavezola contribuiscono, infatti, a mettere a fuoco un’ulteriore tessera della variegata memoria poetica di Ariosto e aggiungono nuovi elementi per comprendere le sue straordinarie doti di lettore e ‘imitatore’ di antichi e moderni.
2023
Rizzarelli, Giovanna
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