Retoriche urbane al tempo della pandemia

The urban problems that the pandemic poses are not new problems, they have been the object of urban planning reflection since the founding of the discipline with the industrial revolution. The policies of growth and development have thus become an opportunity for the accumulation of wealth for small groups, while the negative effects on the environment as well as social inequalities have not been (and do not constitute) a source of concern. The time has come to question the ethics of doing and governing architecture and urban planning, Covid-19, like the current environmental crisis, does not require generic answers but precise field choices. The considerations in this text address several topics. First of all, the relationship between pandemic, environmental crisis and inequality. This problematic interweaving has repercussions on the organisation of cities and processes of urban "neo-colonialism" that fail to recognise the complexity of the urban phenomenon in the world. Finally, the association between the pandemic, the environmental crisis and the city, which presupposes urban visions and shared projects, but appears increasingly directed towards marketing strategies, to the detriment of governance practices.

I problemi urbani che la pandemia pone non sono problemi nuovi, sono oggetto di riflessione urbanistica fin dalla fondazione della disciplina. Le politiche della crescita e dello sviluppo sono diventate una opportunità di accumulo di ricchezza per gruppi ristretti mentre le ricadute negative sull’ambiente così come le disuguaglianze sociali, non hanno costituito (e non costituiscono) fonte di preoccupazione. È arrivato il momento di interrogarsi sull’etica del fare e del governare l'architettura e l'urbanistica, il Covid-19, come del resto la crisi ambientale in corso, non richiede risposte generiche ma precise scelte di campo. Le riflessioni di questo testo affrontano diversi aspetti. Innanzitutto il rapporto tra pandemia, crisi ambientale e disuguaglianze. Tale intreccio problematico ha delle ripercussioni sull'organizzazione delle città e sui processi di “neocolonialismo” che non riconoscono la complessità del fenomeno urbano nel mondo. Infine l’associazione tra pandemia e città (e crisi ambientale) che presuppone visioni urbane, e progetti condivisi, ma appare sempre più indirizzata verso strategie di marketing, a scapito delle pratiche di governo.