Le Navigationi et viaggi di Giovanni Battista Ramusio sono un punto di riflessione fondamentale, a metà del xvi secolo, per la storia delle esplorazioni. Raccolgono decine di testi di viaggio, ormai da noi considerati letteratura, e testimoniano il primo ingresso in lingua italiana di molte parole nuove : non solo esotismi, ma anche molti iberismi. Il “Ramusio” è stato usato come miniera per ricavare molte di queste pietre preziose, ma l’effettivo apporto dello studioso, e il suo effettivo intervento sui testi, è in realtà molto limitato. Salvo casi recentemente documentati, come quello di Marco Polo, Ramusio spesso si limita a interventi per normalizzare la lingua in direzione toscaneggiante. Tuttavia, la sua morte precoce (1557) ha lasciato un volume ancora inedito, ma quasi pronto in tipografia, e in seguito l’opera ha continuato a espandersi, legando al suo nome anche testi scritti dopo quella data. Il presente contributo è dedicato a una prima ricognizione delle edizioni successive alle principes, al fine di dare conto della tipologia degli interventi operati in tipografia a partire dagli anni ’60 del Cinquecento e fino al volgere del secolo successivo.
Ramusio dopo Ramusio. Alcune oscillazioni fonomorfologiche in diacronia nelle «Navigationi et viaggi» (1550-1606)
ROMANINI, F.
2020
Abstract
Le Navigationi et viaggi di Giovanni Battista Ramusio sono un punto di riflessione fondamentale, a metà del xvi secolo, per la storia delle esplorazioni. Raccolgono decine di testi di viaggio, ormai da noi considerati letteratura, e testimoniano il primo ingresso in lingua italiana di molte parole nuove : non solo esotismi, ma anche molti iberismi. Il “Ramusio” è stato usato come miniera per ricavare molte di queste pietre preziose, ma l’effettivo apporto dello studioso, e il suo effettivo intervento sui testi, è in realtà molto limitato. Salvo casi recentemente documentati, come quello di Marco Polo, Ramusio spesso si limita a interventi per normalizzare la lingua in direzione toscaneggiante. Tuttavia, la sua morte precoce (1557) ha lasciato un volume ancora inedito, ma quasi pronto in tipografia, e in seguito l’opera ha continuato a espandersi, legando al suo nome anche testi scritti dopo quella data. Il presente contributo è dedicato a una prima ricognizione delle edizioni successive alle principes, al fine di dare conto della tipologia degli interventi operati in tipografia a partire dagli anni ’60 del Cinquecento e fino al volgere del secolo successivo.File | Dimensione | Formato | |
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