La ricetta dell’insulto omofobo non piace alla Cassazione

In 2014 the Court of Appeal of Venice condemned an employer to repair the non-material damage sustained by an employee that the former had insulted for several years, in front of his colleagues, using homophobic comments. In 2019, the Court of Cassation rejected the appeal against this sentence, stating that the Court of Appeal had correctly assessed the evidences collected and rightly determined the non-material damage suffered by the employee. The Author analyses the arguments used by the Court of Cassation to take its decision and, in the final part, explains how antidiscrimination law could have better guaranteed the employee’s right to an effective remedy and a fair trial.

Il commento esamina i motivi del rigetto del ricorso contro la sentenza con cui la Corte di Appello di Venezia condannava un datore di lavoro a risarcire il danno non patrimoniale cagionato dalla sua condotta omofoba all’ex-dipendente. L’A. si sofferma sulla ricostruzione del fatto operata dai giudici di merito e sui motivi di ricorso in Cassazione. Viene poi ricostruito il percorso logico-argomentativo seguito dalla Corte di Appello per riconoscere l’esistenza del danno non patrimoniale e liquidare lo stesso. Nella parte conclusiva, l’A. si sofferma sul mancato utilizzo del diritto antidiscriminatorio e sulle conseguenze che ne sono derivate nel caso di specie.