L’ultimo rapporto Censis pubblicato a dicembre 2016 mostra che il 50% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni ha subito comportamenti aggressivi o violenti da parte dei coetanei. Su Internet questo fenomeno si verifica sempre più spesso e per contrastarlo molte scuole hanno organizzato incontri con l’obiettivo di informare genitori e studenti sulle insidie dei social network e sulla tutela della privacy sul Web. Tali iniziative, che spesso si avvalgono del supporto delle Forze dell’ordine, di psicologi e di operatori Asl, non hanno però avuto successo: la partecipazione delle famiglie è stata bassa rispetto all’urgenza del problema. Si tratta di un fenomeno diffuso ma non ancora sentito. Per questo anche il Codacons ha avviato una tavola rotonda (Roma, 14 dicembre 2016) per capire come permettere alle figure professionali coinvolte, in particolare ai docenti, di intervenire adeguatamente. In tale occasione era stata anche sollecitata l’approvazione di un ddl sul cyberbullismo, che finalmente in data 17 maggio 2017 è stato approvato e che regolamenta il fenomeno inserendo nelle scuole anche una sorta di refe-rente “anti-cyberbulli”. Sono iniziative importanti che si spera possano attutire alcuni dei molteplici pericoli del Web. È necessario però riflettere anche su come i docenti possano intervenire per responsabilizzare maggior-mente i ragazzi sull’uso della rete, migliorando ad esempio le loro competenze digitali, sociali e civiche: i ragazzi sono nativi digitali ma non hanno quelle competenze che ogni scuola deve trasmettere e che sono caratterizzate non tanto dalla quantità dell’uso del Web, ma dalla qualità del suo utilizzo. Questo articolo si propone di riflettere sul tema della scuola al tempo dei social media analizzando i dati e le iniziative in proposito e riflettendo sulla possibilità di migliorare le competenze dei nativi digitali per un uso più responsabile del Web.
La scuola e i pericoli dei social network: cosa insegnare ai nativi digitali per un uso responsabile del Web.
DE PIANO, Angela
2017
Abstract
L’ultimo rapporto Censis pubblicato a dicembre 2016 mostra che il 50% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni ha subito comportamenti aggressivi o violenti da parte dei coetanei. Su Internet questo fenomeno si verifica sempre più spesso e per contrastarlo molte scuole hanno organizzato incontri con l’obiettivo di informare genitori e studenti sulle insidie dei social network e sulla tutela della privacy sul Web. Tali iniziative, che spesso si avvalgono del supporto delle Forze dell’ordine, di psicologi e di operatori Asl, non hanno però avuto successo: la partecipazione delle famiglie è stata bassa rispetto all’urgenza del problema. Si tratta di un fenomeno diffuso ma non ancora sentito. Per questo anche il Codacons ha avviato una tavola rotonda (Roma, 14 dicembre 2016) per capire come permettere alle figure professionali coinvolte, in particolare ai docenti, di intervenire adeguatamente. In tale occasione era stata anche sollecitata l’approvazione di un ddl sul cyberbullismo, che finalmente in data 17 maggio 2017 è stato approvato e che regolamenta il fenomeno inserendo nelle scuole anche una sorta di refe-rente “anti-cyberbulli”. Sono iniziative importanti che si spera possano attutire alcuni dei molteplici pericoli del Web. È necessario però riflettere anche su come i docenti possano intervenire per responsabilizzare maggior-mente i ragazzi sull’uso della rete, migliorando ad esempio le loro competenze digitali, sociali e civiche: i ragazzi sono nativi digitali ma non hanno quelle competenze che ogni scuola deve trasmettere e che sono caratterizzate non tanto dalla quantità dell’uso del Web, ma dalla qualità del suo utilizzo. Questo articolo si propone di riflettere sul tema della scuola al tempo dei social media analizzando i dati e le iniziative in proposito e riflettendo sulla possibilità di migliorare le competenze dei nativi digitali per un uso più responsabile del Web.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.