La l. 28 aprile 2014, n. 67, con cui viene delegato il Governo all’introduzione della reclusione e dell’arresto domiciliari nel catalogo delle pene principali, costituisce l’occasione per riflettere in ordine alla natura e alla funzione della sanzione paradetentiva, sinora esistente nel sistema penale nazionale quale misura alternativa alla detenzione ovvero pena applicata dal giudice di pace. Dal contributo emerge come la scelta di elevare la sanzione domiciliare al rango di pena principale possa produrre significativi vantaggi, anche se le modalità adottate dalla delega per realizzare tale scelta presentano sintomatiche lacune e criticità.
Verso il riconoscimento di nuove pene principali non carcerarie: la pena domiciliare tra deflazione penitenziaria e umanizzazione del sistema penale
VENTUROLI, Marco
2015
Abstract
La l. 28 aprile 2014, n. 67, con cui viene delegato il Governo all’introduzione della reclusione e dell’arresto domiciliari nel catalogo delle pene principali, costituisce l’occasione per riflettere in ordine alla natura e alla funzione della sanzione paradetentiva, sinora esistente nel sistema penale nazionale quale misura alternativa alla detenzione ovvero pena applicata dal giudice di pace. Dal contributo emerge come la scelta di elevare la sanzione domiciliare al rango di pena principale possa produrre significativi vantaggi, anche se le modalità adottate dalla delega per realizzare tale scelta presentano sintomatiche lacune e criticità.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.