Il saggio è il contributo a un dibattito sul tema dell'involucro nelle sue diverse possibilità interpretative, compreso in un volume collettivo. L'argomento trattato riguarda specificatamente i molteplici tipi di "involucro" del centro direzionale Intesa San Paolo, concluso di recente a Torino su progetto di Renzo Piano Building Workshop. Il testo illustra aspetti non ancora decifrati della nuova opera, soffermandosi su quegli elementi che hanno la capacità di coinvolgere, generare sensazioni, diventare metafora o icona, dovendo nello stesso tempo rendere il grattacielo adatto agli scopi per i quali è stato realizzato (attenzione a valori condivisi, interfaccia con i fattori ambientali, investimento finanziario ecc.). Parte dall'analisi dettagliata delle diverse soluzioni morfologiche e materiche, ideate per interagire in maniera efficace con i fattori ambientali che caratterizzano le varie esposizioni (umidità, temperatura, direzione del vento, differenze di pressione, luce, rumore ecc.). Documenta la novità della modellazione degli elementi tecnici di chiusura finalizzata a consentire interscambi dinamici con i volumi d'aria interni ed esterni. Nel saggio si abbandona però una lettura dell'opera che ne riconosce lo scopo nelle alte prestazioni raggiunte nell'ambito del Green building, con un approdo high-tech in qualche modo "sostenibile". Si punta invece a mettere in luce altri aspetti interessanti per ragionare sul tema del rapporto tra l'architettura e il suo "involucro"; tali aspetti sono svelati proprio da ciò che appare all'esterno della costruzione, a confutare un approccio che definisce la pelle esterna come un insieme di dispositivi tecnici indifferenti alla vita che si svolge al di là di esso. Si dimostra infatti come la parte esterna sia concepita come interfaccia rispetto alle funzioni che si svolgono nell'organismo; e i diversi modi che denotano specificatamente come queste incidano sulla definizione dell'involucro sono riconosciuti proprio nella variabilità delle soluzioni materiche adottate nelle varie parti, con l'alternarsi di trasparenza, opacità, modulabilità dell'illuminazione naturale e persino possibilità di spostarsi nelle diverse direzioni, anche all'esterno della costruzione per favorire l'integrazione con il tessuto urbano. Come si spiega nel testo, l'approccio progettuale decifrabile attraverso l'involucro risulta particolarmente importante per una struttura che, oltre a ospitare le attività lavorative classiche di un centro direzionale, ne comprende altre dedicate alla fruizione pubblica che si vuole comunicare all'esterno anche attraverso la "pelle" per suscitare sensazioni, emozioni, coinvolgimento nell'ampio territorio della città.

Interazioni dinamiche. Sulla trama di Torre Intesa Sanpaolo di RPBW

TONI, Michela
2016

Abstract

Il saggio è il contributo a un dibattito sul tema dell'involucro nelle sue diverse possibilità interpretative, compreso in un volume collettivo. L'argomento trattato riguarda specificatamente i molteplici tipi di "involucro" del centro direzionale Intesa San Paolo, concluso di recente a Torino su progetto di Renzo Piano Building Workshop. Il testo illustra aspetti non ancora decifrati della nuova opera, soffermandosi su quegli elementi che hanno la capacità di coinvolgere, generare sensazioni, diventare metafora o icona, dovendo nello stesso tempo rendere il grattacielo adatto agli scopi per i quali è stato realizzato (attenzione a valori condivisi, interfaccia con i fattori ambientali, investimento finanziario ecc.). Parte dall'analisi dettagliata delle diverse soluzioni morfologiche e materiche, ideate per interagire in maniera efficace con i fattori ambientali che caratterizzano le varie esposizioni (umidità, temperatura, direzione del vento, differenze di pressione, luce, rumore ecc.). Documenta la novità della modellazione degli elementi tecnici di chiusura finalizzata a consentire interscambi dinamici con i volumi d'aria interni ed esterni. Nel saggio si abbandona però una lettura dell'opera che ne riconosce lo scopo nelle alte prestazioni raggiunte nell'ambito del Green building, con un approdo high-tech in qualche modo "sostenibile". Si punta invece a mettere in luce altri aspetti interessanti per ragionare sul tema del rapporto tra l'architettura e il suo "involucro"; tali aspetti sono svelati proprio da ciò che appare all'esterno della costruzione, a confutare un approccio che definisce la pelle esterna come un insieme di dispositivi tecnici indifferenti alla vita che si svolge al di là di esso. Si dimostra infatti come la parte esterna sia concepita come interfaccia rispetto alle funzioni che si svolgono nell'organismo; e i diversi modi che denotano specificatamente come queste incidano sulla definizione dell'involucro sono riconosciuti proprio nella variabilità delle soluzioni materiche adottate nelle varie parti, con l'alternarsi di trasparenza, opacità, modulabilità dell'illuminazione naturale e persino possibilità di spostarsi nelle diverse direzioni, anche all'esterno della costruzione per favorire l'integrazione con il tessuto urbano. Come si spiega nel testo, l'approccio progettuale decifrabile attraverso l'involucro risulta particolarmente importante per una struttura che, oltre a ospitare le attività lavorative classiche di un centro direzionale, ne comprende altre dedicate alla fruizione pubblica che si vuole comunicare all'esterno anche attraverso la "pelle" per suscitare sensazioni, emozioni, coinvolgimento nell'ampio territorio della città.
2016
Toni, Michela
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Descrizione: Saggio compreso in lavoro collettivo sul tema
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