L’oleandro (Nerium oleander) è un arbusto ornamentale sempreverde, appartenente alla famiglia delle Apocynaceae. Tutte le parti della pianta sono tossiche poiché contengono cardenolidi, glucosidi cardioattivi. Le parti più tossiche della pianta sono i semi e le radici, seguiti da frutti e foglie; le varietà a fiori rossi sono più tossiche di quelle a fiori bianchi (1,2). L’oleandro è poco appetibile per gli animali. Solo in periodi di siccità prolungata, essi possono arrivare a ingerire spontaneamente foglie o semi di oleandro ma, in genere, l’intossicazione si verifica per ingestione di residui di potatura che vengono accidentalmente mescolati al foraggio. L’oleandro è tossico anche per l’uomo; l’ingestione di una sola foglia può risultare fatale nei bambini (3). Nel caso dell’uomo, agli episodi di avvelenamento accidentale vanno aggiunti anche quelli volontari e quelli dolosi. Per quanto riguarda l’avvelenamento accidentale, oltre che per ingestione diretta di parti della pianta anche il suo utilizzo come combustibile, ad esempio come legno per barbecue, porta alla possibilità di inalare fumi tossici. Nonostante la tossicità di questa pianta sia nota da secoli, essa è stata utilizzata anche come pianta medicinale sia nell’uomo che negli animali; è stata infatti impiegata come agente abortigeno, antimalarico, antielmintico, in pazienti cardiopatici e lebbrosi. E’ stata utilizzata come diuretico, insetticida, molluschicida, rodenticida e agente antibatterico. I suoi estratti sono tutt’ora usati in medicina omeopatica (1, 3). Inoltre vari studi stanno valutando le proprietà anticancerose dei suoi principi attivi (4). L’ingestione di oleandro da parte degli animali causa spesso morte improvvisa; quando la quantità di sostanze tossiche non è immediatamente letale si possono osservare dolori colici, debolezza, atonia ruminale, ipersalivazione, alterazioni del normale ritmo cardiaco, dispnea e coma. Nell’uomo i sintomi sono simili a quelli che si osservano negli animali. Scopo del presente lavoro è quello di segnalare un caso di avvelenamento in una stalla di bovini ma anche di ravvivare l’attenzione sulla pericolosità dell’oleandro per uomini e animali in quanto le segnalazioni di casi di avvelenamento, sia nell’uomo che negli animali, sono ricorrenti in letteratura (1, 5).
EPISODIO DI AVVELENAMENTO DA OLEANDRO (Nerium oleander) IN UNA STALLA DI BOVINI
FRISONI, Paolo;GAUDIO, Rosa Maria
2016
Abstract
L’oleandro (Nerium oleander) è un arbusto ornamentale sempreverde, appartenente alla famiglia delle Apocynaceae. Tutte le parti della pianta sono tossiche poiché contengono cardenolidi, glucosidi cardioattivi. Le parti più tossiche della pianta sono i semi e le radici, seguiti da frutti e foglie; le varietà a fiori rossi sono più tossiche di quelle a fiori bianchi (1,2). L’oleandro è poco appetibile per gli animali. Solo in periodi di siccità prolungata, essi possono arrivare a ingerire spontaneamente foglie o semi di oleandro ma, in genere, l’intossicazione si verifica per ingestione di residui di potatura che vengono accidentalmente mescolati al foraggio. L’oleandro è tossico anche per l’uomo; l’ingestione di una sola foglia può risultare fatale nei bambini (3). Nel caso dell’uomo, agli episodi di avvelenamento accidentale vanno aggiunti anche quelli volontari e quelli dolosi. Per quanto riguarda l’avvelenamento accidentale, oltre che per ingestione diretta di parti della pianta anche il suo utilizzo come combustibile, ad esempio come legno per barbecue, porta alla possibilità di inalare fumi tossici. Nonostante la tossicità di questa pianta sia nota da secoli, essa è stata utilizzata anche come pianta medicinale sia nell’uomo che negli animali; è stata infatti impiegata come agente abortigeno, antimalarico, antielmintico, in pazienti cardiopatici e lebbrosi. E’ stata utilizzata come diuretico, insetticida, molluschicida, rodenticida e agente antibatterico. I suoi estratti sono tutt’ora usati in medicina omeopatica (1, 3). Inoltre vari studi stanno valutando le proprietà anticancerose dei suoi principi attivi (4). L’ingestione di oleandro da parte degli animali causa spesso morte improvvisa; quando la quantità di sostanze tossiche non è immediatamente letale si possono osservare dolori colici, debolezza, atonia ruminale, ipersalivazione, alterazioni del normale ritmo cardiaco, dispnea e coma. Nell’uomo i sintomi sono simili a quelli che si osservano negli animali. Scopo del presente lavoro è quello di segnalare un caso di avvelenamento in una stalla di bovini ma anche di ravvivare l’attenzione sulla pericolosità dell’oleandro per uomini e animali in quanto le segnalazioni di casi di avvelenamento, sia nell’uomo che negli animali, sono ricorrenti in letteratura (1, 5).I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.