L'articolo breve mette in parallelo la tematica dei controlimiti al diritto europeo e internazionale, in genere, come strumento di bilanciamento tra apertura di un ordinamento costituzionale al diritto inter- e sovra-nazionale (art. 10, 11 e 117, co. 1, Cost. it.) e difessa dei principi costituzionali supremi, con le recenti vicende che hanno visto protagonista la Russia, condannata sia da un organo arbitrale internazionale che dalla Corte europea dei diritti dell'uomo a pagare risarcimenti miliardari a favore delle imprese di uno dei maggiori 'oligarchi' russi (caso Yukos). La reazione della Russia è stata, nel primo caso, di denunciare il trattato sugli investimenti internazionali (da cui sorge la competenza giuridizionale dell'organo arbitrale), nell'altra di restare nella CEDU adottando però una legge ispirata proprio alla logica dei 'controlimiti', legge a sua volta ispirata da una recente sentenza della Corte costituzionale russa che ha inteso richiamarsi a noti precedenti delle Corti costituzionali e supreme di alcuni Stati dell'UE, tra cui l'Italia. La conclusione dell'articolo è quella per cui esistono trattati multilaterali che, da molti anni a questa parte ormai, non possono più essere semplicemente o rispettati (in toto e sempre) o denunciati: dall'esigenza degli Stati di accettare certe forme di cooperazione internazionale approfondita, nasce quella ulteriore di trovare dispositivi costituzionali interni tesi a bilanciare la logica democratico-costituzionale della sovranità popolare con quella internazionale (o sovranazionale, nel caso dell'UE).
La Russia e la CEDU: I controlimiti visti da Mosca
GUAZZAROTTI, Andrea
2016
Abstract
L'articolo breve mette in parallelo la tematica dei controlimiti al diritto europeo e internazionale, in genere, come strumento di bilanciamento tra apertura di un ordinamento costituzionale al diritto inter- e sovra-nazionale (art. 10, 11 e 117, co. 1, Cost. it.) e difessa dei principi costituzionali supremi, con le recenti vicende che hanno visto protagonista la Russia, condannata sia da un organo arbitrale internazionale che dalla Corte europea dei diritti dell'uomo a pagare risarcimenti miliardari a favore delle imprese di uno dei maggiori 'oligarchi' russi (caso Yukos). La reazione della Russia è stata, nel primo caso, di denunciare il trattato sugli investimenti internazionali (da cui sorge la competenza giuridizionale dell'organo arbitrale), nell'altra di restare nella CEDU adottando però una legge ispirata proprio alla logica dei 'controlimiti', legge a sua volta ispirata da una recente sentenza della Corte costituzionale russa che ha inteso richiamarsi a noti precedenti delle Corti costituzionali e supreme di alcuni Stati dell'UE, tra cui l'Italia. La conclusione dell'articolo è quella per cui esistono trattati multilaterali che, da molti anni a questa parte ormai, non possono più essere semplicemente o rispettati (in toto e sempre) o denunciati: dall'esigenza degli Stati di accettare certe forme di cooperazione internazionale approfondita, nasce quella ulteriore di trovare dispositivi costituzionali interni tesi a bilanciare la logica democratico-costituzionale della sovranità popolare con quella internazionale (o sovranazionale, nel caso dell'UE).I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.