L'articolo esamina il potenziale ruolo del Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS) per favorire un processo di cambiamento delle modalità di governance e di management del sistema dello spettacolo dal vivo italiano. Il lavoro parte dal presupposto che la crisi economico-finanziaria che sta attraversando il Paese sia di tipo strutturale, e che, come tale, richieda delle modifiche incisive dell’assetto istituzionale ed organizzativo del settore culturale. La research question che è alla base del lavoro è quindi se la riforma del FUS favorisca o meno un processo di cambiamento strutturale del settore, nella direzione di coniugare qualità artistica, ampliamento del pubblico, sostenibilità economica. La metodologia di ricerca è prevalentemente di carattere deduttivo, basandosi sulla letteratura nazionale ed internazionale dell’economia e management della cultura, oltre che sull’analisi dei documenti normativi e di policy nazionali. La struttura dell’articolo è la seguente. Dapprima sono esaminate le caratteristiche del FUS a seguito della riforma del 2014, evidenziandone gli elementi maggiormente qualificanti e ponendo in luce le più significative modifiche rispetto agli anni precedenti. Alla luce di tale analisi, nel paragrafo successivo, sono interpretate le finalità proprie dell’impostazione del FUS, dibattendone i punti di interesse e quelli di maggiore criticità. In proposito sarà evidenziata l’opportunità di sfruttare in misura più incisiva le potenzialità del FUS quale strumento di policy. Quindi, nel paragrafo successivo, è discusso il grado di coerenza dell’impostazione del FUS rispetto alle esigenze di riforma strutturale poste dalla crisi economico-finanziaria in atto; ed inoltre, è verificato il grado di coerenza rispetto alle più ampie politiche di riforma recentemente intraprese dal Mibact, anche attraverso la riorganizzazione complessiva del Ministero ed altri interventi più puntuali, tra cui in particolare il decreto “Art bonus”. Il lavoro si conclude evidenziando i miglioramenti apportati dalla riforma del FUS, che deve tuttavia essere interpretata quale un primo passo verso una riforma strutturale del settore, in grado di coniugare qualità artistica, partecipazione dei cittadini e sostenibilità economica
A che cosa serve il FUS?
DONATO, Fabio
2014
Abstract
L'articolo esamina il potenziale ruolo del Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS) per favorire un processo di cambiamento delle modalità di governance e di management del sistema dello spettacolo dal vivo italiano. Il lavoro parte dal presupposto che la crisi economico-finanziaria che sta attraversando il Paese sia di tipo strutturale, e che, come tale, richieda delle modifiche incisive dell’assetto istituzionale ed organizzativo del settore culturale. La research question che è alla base del lavoro è quindi se la riforma del FUS favorisca o meno un processo di cambiamento strutturale del settore, nella direzione di coniugare qualità artistica, ampliamento del pubblico, sostenibilità economica. La metodologia di ricerca è prevalentemente di carattere deduttivo, basandosi sulla letteratura nazionale ed internazionale dell’economia e management della cultura, oltre che sull’analisi dei documenti normativi e di policy nazionali. La struttura dell’articolo è la seguente. Dapprima sono esaminate le caratteristiche del FUS a seguito della riforma del 2014, evidenziandone gli elementi maggiormente qualificanti e ponendo in luce le più significative modifiche rispetto agli anni precedenti. Alla luce di tale analisi, nel paragrafo successivo, sono interpretate le finalità proprie dell’impostazione del FUS, dibattendone i punti di interesse e quelli di maggiore criticità. In proposito sarà evidenziata l’opportunità di sfruttare in misura più incisiva le potenzialità del FUS quale strumento di policy. Quindi, nel paragrafo successivo, è discusso il grado di coerenza dell’impostazione del FUS rispetto alle esigenze di riforma strutturale poste dalla crisi economico-finanziaria in atto; ed inoltre, è verificato il grado di coerenza rispetto alle più ampie politiche di riforma recentemente intraprese dal Mibact, anche attraverso la riorganizzazione complessiva del Ministero ed altri interventi più puntuali, tra cui in particolare il decreto “Art bonus”. Il lavoro si conclude evidenziando i miglioramenti apportati dalla riforma del FUS, che deve tuttavia essere interpretata quale un primo passo verso una riforma strutturale del settore, in grado di coniugare qualità artistica, partecipazione dei cittadini e sostenibilità economicaI documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.