Seppure il tratto di coesione più evidente della comunità dei comparatisti continui a risiedere nella sua genealogia eminentemente polemica, contro il positivismo nelle sue varie declinazioni, assai diverse sono le modalità attraverso le quali la comparazione ha inteso accreditarsi come “strumento di conoscenza critica del diritto” e rivendicare sulla specificità del suo ‘occhio’ sul fenomeno giuridico. Si potrebbe dimostrare, in particolare, che, anche nel dominio della comparazione giuridica, è accaduto ciò che Italo Calvino, nelle sue Lezioni americane, riferisce alla sua specifica esperienza letteraria. Si allude al difficile rapporto di convivenza delle pulsioni classificatorie e lato sensu scientiste con i rivoli della complessità e dell’indeterminatezza del reale, e alla conseguente problematica coesistenza all’interno del discorso comparativo delle due declinazioni di esattezza prospettate da Calvino: da un lato, l’esattezza come ricerca della corrispondenza delle descrizioni alla realtà, cioè come ricerca guidata da paradigmi scientisti, scelti per avvalorare con interna necessità le descrizioni proposte; dall’altro, come impresa intellettuale che riconduce a metodi di rappresentazione e di apprensione di senso più propriamente umanistici, rimettendo in discussione non solo ciò che si osserva, ma anche l’occhio di chi osserva.
TAKING METAPHORS SERIOUSLY. L'OCCHIO DEL COMPARATISTA SUL DIRITTO
AMODIO, Claudia
2014
Abstract
Seppure il tratto di coesione più evidente della comunità dei comparatisti continui a risiedere nella sua genealogia eminentemente polemica, contro il positivismo nelle sue varie declinazioni, assai diverse sono le modalità attraverso le quali la comparazione ha inteso accreditarsi come “strumento di conoscenza critica del diritto” e rivendicare sulla specificità del suo ‘occhio’ sul fenomeno giuridico. Si potrebbe dimostrare, in particolare, che, anche nel dominio della comparazione giuridica, è accaduto ciò che Italo Calvino, nelle sue Lezioni americane, riferisce alla sua specifica esperienza letteraria. Si allude al difficile rapporto di convivenza delle pulsioni classificatorie e lato sensu scientiste con i rivoli della complessità e dell’indeterminatezza del reale, e alla conseguente problematica coesistenza all’interno del discorso comparativo delle due declinazioni di esattezza prospettate da Calvino: da un lato, l’esattezza come ricerca della corrispondenza delle descrizioni alla realtà, cioè come ricerca guidata da paradigmi scientisti, scelti per avvalorare con interna necessità le descrizioni proposte; dall’altro, come impresa intellettuale che riconduce a metodi di rappresentazione e di apprensione di senso più propriamente umanistici, rimettendo in discussione non solo ciò che si osserva, ma anche l’occhio di chi osserva.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.