In questo lavoro viene ricostruito il paesaggio vegetale tipico delle zone centuriate della pianura Padana attraverso lo studio di 9 siti (edifici, ville rustiche, ecc.) della pianura bolognese. I Romani occupano un territorio già fortemente deforestato e vi instaurano un’attività agricola più intensiva e diversificata rispetto al periodo celtico. Con il passaggio dall’età repubblicana a quella imperiale si ha una progressiva colonizzazione del territorio, favorito anche da un miglioramento climatico. Diffusa è la coltivazione di cereali (grano tenero, spelta, farro e farro piccolo, orzo, avena, panico, segale e pabbio), leguminose (fava), piante tessili (canapa e lino), ortive (cicoria, fragola, carota, pastinaca, porcellana, ecc.) alberi da frutta (gelso bianco e nero, melo, nespolo, noce, olivo, pero, pino da pinoli, pruno e sorbo) e vite. Nella seconda parte dell’età imperiale compaiono segni di regresso dell’organizzazione agricola, soprattutto è evidente la riduzione dei campi di cereali e della vite. Tutto ciò è dovuto a una progressiva crisi politico-economica che determina, una radicale trasformazione della gestione delle campagne con l’affermarsi del latifondo. Il tutto è aggravato da un deterioramento ambientale, con alluvioni e impaludamenti che si manifesteranno con tutta la loro violenza nel periodo tardoantico
Ricostruzione del paesaggio vegetale e antropico nelle aree centuriate dell’Emilia Romagna attraverso le indagini archeobotaniche
MARCHESINI, Marco;MARVELLI, SILVIA
2009
Abstract
In questo lavoro viene ricostruito il paesaggio vegetale tipico delle zone centuriate della pianura Padana attraverso lo studio di 9 siti (edifici, ville rustiche, ecc.) della pianura bolognese. I Romani occupano un territorio già fortemente deforestato e vi instaurano un’attività agricola più intensiva e diversificata rispetto al periodo celtico. Con il passaggio dall’età repubblicana a quella imperiale si ha una progressiva colonizzazione del territorio, favorito anche da un miglioramento climatico. Diffusa è la coltivazione di cereali (grano tenero, spelta, farro e farro piccolo, orzo, avena, panico, segale e pabbio), leguminose (fava), piante tessili (canapa e lino), ortive (cicoria, fragola, carota, pastinaca, porcellana, ecc.) alberi da frutta (gelso bianco e nero, melo, nespolo, noce, olivo, pero, pino da pinoli, pruno e sorbo) e vite. Nella seconda parte dell’età imperiale compaiono segni di regresso dell’organizzazione agricola, soprattutto è evidente la riduzione dei campi di cereali e della vite. Tutto ciò è dovuto a una progressiva crisi politico-economica che determina, una radicale trasformazione della gestione delle campagne con l’affermarsi del latifondo. Il tutto è aggravato da un deterioramento ambientale, con alluvioni e impaludamenti che si manifesteranno con tutta la loro violenza nel periodo tardoanticoI documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.