La sincope vasovagale (SVV) è caratterizzata da una diminuzione improvvisa della pressione arteriosa e da un rallentamento della frequenza cardiaca in rapporto, rispettivamente, ad un’inibizione transitoria del sistema simpatico e ad un aumento del tono vagale. Svariate evidenze suggeriscono che la SVV classica (emozionale od ortostatica) non sia una malattia ma una caratteristica dell’individuo. Appare pertanto interessante indagare i fattori che possono spiegare la sua origine e la sua evoluzione e a tal scopo abbiamo analizzato i dati offerti dalla letteratura sul riflesso vasovagale nell’uomo e negli animali. Abbiamo identificato due processi che appaiono utili ai fini del presente studio: la bradicardia da paura/spavento negli animali ed il riflesso vasovagale in corso di shock emorragico, sia nell’uomo che negli animali. Quest’ultimo riconosce lo stesso trigger del riflesso vasovagale osservato nell’uomo durante stress ortostatico (prolungato ortostatismo, tilt test) e cioè un’ipovolemia toracica. Durante tale ipovolemia il riflesso vasovagale si manifesta con gli stessi meccanismi fisiologici nell’uomo e negli altri mammiferi (per lo meno nella sua componente efferente) e cioè un aumento del tono vagale ed una inibizione transitoria del sistema simpatico, preceduta da un’aumentata attività dello stesso sistema. Anche la SVV emozionale nell’uomo e la bradicardia da paura/spavento negli animali sembrano presentare gli stessi meccanismi fisiologici. Il riflesso vasovagale appare pertanto predisposto, con gli stessi meccanismi fisiologici, nei mammiferi, incluso l’uomo e negli altri vertebrati (uccelli, rettili, anfibi, pesci); ciò suggerisce un’origine evolutiva comune. Se tale riflesso è persistito milioni di anni attraverso il lungo percorso evolutivo dei vertebrati significa che svolge (o ha svolto in passato) una funzione utile; poiché interviene solo sporadicamente è altamente probabile che rappresenti un “meccanismo di difesa”. L’ipotesi più plausibile è un meccanismo di difesa per il cuore in un momento in cui tale organo lavora in condizioni molto sfavorevoli. Un rallentamento della frequenza cardiaca indotto dal riflesso vasovagale rappresenta un break benefico per la pompa cardiaca, riducendo il consumo di ossigeno e migliorando il riempimento diastolico e la perfusione coronarica.
Origin and evolution fo the vasovagal syncope [Origine ed evoluzione della sincope vasovagale]
BERTORELLE, Giorgio
2010
Abstract
La sincope vasovagale (SVV) è caratterizzata da una diminuzione improvvisa della pressione arteriosa e da un rallentamento della frequenza cardiaca in rapporto, rispettivamente, ad un’inibizione transitoria del sistema simpatico e ad un aumento del tono vagale. Svariate evidenze suggeriscono che la SVV classica (emozionale od ortostatica) non sia una malattia ma una caratteristica dell’individuo. Appare pertanto interessante indagare i fattori che possono spiegare la sua origine e la sua evoluzione e a tal scopo abbiamo analizzato i dati offerti dalla letteratura sul riflesso vasovagale nell’uomo e negli animali. Abbiamo identificato due processi che appaiono utili ai fini del presente studio: la bradicardia da paura/spavento negli animali ed il riflesso vasovagale in corso di shock emorragico, sia nell’uomo che negli animali. Quest’ultimo riconosce lo stesso trigger del riflesso vasovagale osservato nell’uomo durante stress ortostatico (prolungato ortostatismo, tilt test) e cioè un’ipovolemia toracica. Durante tale ipovolemia il riflesso vasovagale si manifesta con gli stessi meccanismi fisiologici nell’uomo e negli altri mammiferi (per lo meno nella sua componente efferente) e cioè un aumento del tono vagale ed una inibizione transitoria del sistema simpatico, preceduta da un’aumentata attività dello stesso sistema. Anche la SVV emozionale nell’uomo e la bradicardia da paura/spavento negli animali sembrano presentare gli stessi meccanismi fisiologici. Il riflesso vasovagale appare pertanto predisposto, con gli stessi meccanismi fisiologici, nei mammiferi, incluso l’uomo e negli altri vertebrati (uccelli, rettili, anfibi, pesci); ciò suggerisce un’origine evolutiva comune. Se tale riflesso è persistito milioni di anni attraverso il lungo percorso evolutivo dei vertebrati significa che svolge (o ha svolto in passato) una funzione utile; poiché interviene solo sporadicamente è altamente probabile che rappresenti un “meccanismo di difesa”. L’ipotesi più plausibile è un meccanismo di difesa per il cuore in un momento in cui tale organo lavora in condizioni molto sfavorevoli. Un rallentamento della frequenza cardiaca indotto dal riflesso vasovagale rappresenta un break benefico per la pompa cardiaca, riducendo il consumo di ossigeno e migliorando il riempimento diastolico e la perfusione coronarica.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.