Oggetto della progettazione è una ex-scuola ottocentesca, ora sede del museo di archeologia locale. La sua destinazione d’uso, atta a preservare oggetti dal valore storico, suggerisce la stessa cura nei confronti dell’edificio stesso. La funzione educativa, che il museo esplicita nell’esporre i reperti al pubblico, deve ritrovarsi anche nell’esposizione dei valori storico ed estetico dell’edificio, prima attrazione del sito. Il concept dell’edificio che viene recuperato come reperto archeologico e collocato all’interno di una teca di vetro, che lo ripari e lo mostri al prossimo, diventa realtà nella tecnologia architettonica di un involucro vetrato con funzioni estetiche, ma anche di protezione del manufatto e infine di incremento delle prestazioni energetiche. Lo stato in cui verte la copertura ne impone il rifacimento, mantenendo la tipologia a padiglione, ma impiegando materiali innovativi. La nuova chiusura vetrata diventa il principio di una nuova immagine dell’edificio. La falda sud ospita un impianto fotovoltaico semitrasparente (di tipo matriciale). Il rivestimento delle facciate diventa un proseguimento del gesto architettonico di copertura, e completa l’involucro vetrato. Questo è composto da lastre bassoemissive, e opera a regime variabile: a celle per aumentare le caratteristiche isolanti dell’involucro in inverno; ventilato per raffrescare il paramento murario ottocentesco in estate. L’involucro sigillato permette inoltre l’installazione di un sistema per la ventilazione meccanica, inclusivo di recuperatore di calore. In questo modo i notevoli ricambi d’aria causati dall’erronea ventilazione dei locali e dalle infiltrazioni vengono regolati, con la conseguente riduzione delle dispersioni per ventilazione. I miglioramenti al sistema edificio-impianto sono interventi finalizzati non solo all’ottimizzazione della risorsa energetica ma anche ad incrementare l’attrattiva del sito: le soluzioni impiantistiche installate vengono infatti mostrate ai visitatori quasi a dichiarare il ruolo Lecorbusieriano dell’edificio “macchina da abitare”. Il progetto è risultato 2° classificato al “concorso di idee per la valorizzazione del sito museale Antiquarium (Villa del Foro) mediante interventi volti a massimizzare la prestazione energetica dell’edificio”. (1°classificato: Ing. Chiara Cassulo (capogruppo), Arch. Katia Farinazzo; 3°classificato Arch. Elena Pagnini (capogruppo), Arch. Luisa Zuccotti, Ing. Luca Pizzorni). Il concorso è stato ideato nell’ambito del progetto PRACTISE (IEE), condotto dal Comune di Alessandria, con obiettivo la creazione di una comunità energetica sostenibile.
PROGETTO PER LA VALORIZZAZIONE DEL SITO MUSEALE ANTIQUARIUM (VILLA DEL FORO) MEDIANTE INTERVENTI VOLTI A MASSIMIZZARE LA PRESTAZIONE ENERGETICA DELL’EDIFICIO. 2° CLASSIFICATO ALL'OMONIMO CONCORSO DI IDEE
BELPOLITI, Vittorino
2009
Abstract
Oggetto della progettazione è una ex-scuola ottocentesca, ora sede del museo di archeologia locale. La sua destinazione d’uso, atta a preservare oggetti dal valore storico, suggerisce la stessa cura nei confronti dell’edificio stesso. La funzione educativa, che il museo esplicita nell’esporre i reperti al pubblico, deve ritrovarsi anche nell’esposizione dei valori storico ed estetico dell’edificio, prima attrazione del sito. Il concept dell’edificio che viene recuperato come reperto archeologico e collocato all’interno di una teca di vetro, che lo ripari e lo mostri al prossimo, diventa realtà nella tecnologia architettonica di un involucro vetrato con funzioni estetiche, ma anche di protezione del manufatto e infine di incremento delle prestazioni energetiche. Lo stato in cui verte la copertura ne impone il rifacimento, mantenendo la tipologia a padiglione, ma impiegando materiali innovativi. La nuova chiusura vetrata diventa il principio di una nuova immagine dell’edificio. La falda sud ospita un impianto fotovoltaico semitrasparente (di tipo matriciale). Il rivestimento delle facciate diventa un proseguimento del gesto architettonico di copertura, e completa l’involucro vetrato. Questo è composto da lastre bassoemissive, e opera a regime variabile: a celle per aumentare le caratteristiche isolanti dell’involucro in inverno; ventilato per raffrescare il paramento murario ottocentesco in estate. L’involucro sigillato permette inoltre l’installazione di un sistema per la ventilazione meccanica, inclusivo di recuperatore di calore. In questo modo i notevoli ricambi d’aria causati dall’erronea ventilazione dei locali e dalle infiltrazioni vengono regolati, con la conseguente riduzione delle dispersioni per ventilazione. I miglioramenti al sistema edificio-impianto sono interventi finalizzati non solo all’ottimizzazione della risorsa energetica ma anche ad incrementare l’attrattiva del sito: le soluzioni impiantistiche installate vengono infatti mostrate ai visitatori quasi a dichiarare il ruolo Lecorbusieriano dell’edificio “macchina da abitare”. Il progetto è risultato 2° classificato al “concorso di idee per la valorizzazione del sito museale Antiquarium (Villa del Foro) mediante interventi volti a massimizzare la prestazione energetica dell’edificio”. (1°classificato: Ing. Chiara Cassulo (capogruppo), Arch. Katia Farinazzo; 3°classificato Arch. Elena Pagnini (capogruppo), Arch. Luisa Zuccotti, Ing. Luca Pizzorni). Il concorso è stato ideato nell’ambito del progetto PRACTISE (IEE), condotto dal Comune di Alessandria, con obiettivo la creazione di una comunità energetica sostenibile.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.