Le strutture a gradinata (“step-pool”) sono degli elementi caratteristici distintivi degli alvei montani, ma sono state riconosciute come elemento trasversale di scabrezza, con caratteristiche proprie, solo a partire dagli anni ’80 (Whittaker & Davies, 1982; Whittaker & Jaeggi, 1982; Chin, 1989). Un sostanziale contributo ad un miglioramento delle conoscenze sulla morfologia e sulla dinamica degli step-pool è arrivato negli anni ’90 grazie ai lavori di Grant (Grant et al., 1990; Grant & Mizuyama, 1991), di Billi, Lenzi e D’Agostino (Billi et al., 1998; Lenzi et al., 1997; Lenzi & D’Agostino, 1998;) e di Buffington (1995). La maggior parte di questi studi riporta ricerche di campagna con l’obbiettivo di individuare i principali parametri che descrivono le strutture a gradinata (altezza e larghezza), ed i fattori che ne condizionano l’origine e la dinamica. Attraverso alcune esperienze di laboratorio si è cercato di individuare quali sono le condizioni idrauliche necessarie per la formazione degli step-pool (vedi per es. Grant & Mizuyama, 1991; Abrahams et al., 1995), mentre molto pochi sono gli studi che hanno analizzato il trasporto solido al fondo in relazione alla formazione e le caratteristiche geometriche degli step-pool (Billi et al., 1998; Lenzi et al., 1997; Lenzi & D’Agostino, 2000). Queste strutture trasversali ripetitive, oltre a conferire ai torrenti montani una morfologia caratteristica, hanno una grande importanza in termini di stabilizzazione degli alvei stessi e nel fornire un habitat acquatico favorevole allo sviluppo di specie ittiche di pregio. Le strutture a gradinata, infatti, si trovano in una condizione di equilibrio dinamico e possono distruggersi per poi riformarsi in punti diversi in condizioni di portata elevata, con tempi di ritorno di 30-50 anni (Lenzi & D’Agostino, 2000). Anche se molti autori ritengono che i grossi clasti che costituiscono l’ossatura delle strutture a gradinata si muovano raramente, è opinione degli scriventi che queste interagiscano con i sedimenti in transito, e che questi massi siano soggetti a muoversi, anche con portate e tiranti d’acqua relativamente modesti. Per provare questa ipotesi è fondamentale effettuare delle esperienze di campo. Una serie di rilievi sono stati avviati allo scopo di identificare i rapporti tra le caratteristiche idrauliche della corrente e la formazione, il consolidamento o la rimozione delle strutture a gradinata. Preliminarmente, viene tuttavia presentato un lavori di sintesi dei dati di letteratura al fine di verificare le relazioni prodotte dai vari autori. L’obiettivo finale della ricerca finanziata con fondi INRM rimane comunque quello di comprendere la dinamica di queste strutture e di definire possibili strategie di intervento per la stabilizzazione dei torrenti montani facendo ricorso soltanto a materiali naturali presenti in alveo.
Le strutture a gradinata: elementi naturali di stabilizzazione dei torrenti montani
BILLI, Paolo;
2003
Abstract
Le strutture a gradinata (“step-pool”) sono degli elementi caratteristici distintivi degli alvei montani, ma sono state riconosciute come elemento trasversale di scabrezza, con caratteristiche proprie, solo a partire dagli anni ’80 (Whittaker & Davies, 1982; Whittaker & Jaeggi, 1982; Chin, 1989). Un sostanziale contributo ad un miglioramento delle conoscenze sulla morfologia e sulla dinamica degli step-pool è arrivato negli anni ’90 grazie ai lavori di Grant (Grant et al., 1990; Grant & Mizuyama, 1991), di Billi, Lenzi e D’Agostino (Billi et al., 1998; Lenzi et al., 1997; Lenzi & D’Agostino, 1998;) e di Buffington (1995). La maggior parte di questi studi riporta ricerche di campagna con l’obbiettivo di individuare i principali parametri che descrivono le strutture a gradinata (altezza e larghezza), ed i fattori che ne condizionano l’origine e la dinamica. Attraverso alcune esperienze di laboratorio si è cercato di individuare quali sono le condizioni idrauliche necessarie per la formazione degli step-pool (vedi per es. Grant & Mizuyama, 1991; Abrahams et al., 1995), mentre molto pochi sono gli studi che hanno analizzato il trasporto solido al fondo in relazione alla formazione e le caratteristiche geometriche degli step-pool (Billi et al., 1998; Lenzi et al., 1997; Lenzi & D’Agostino, 2000). Queste strutture trasversali ripetitive, oltre a conferire ai torrenti montani una morfologia caratteristica, hanno una grande importanza in termini di stabilizzazione degli alvei stessi e nel fornire un habitat acquatico favorevole allo sviluppo di specie ittiche di pregio. Le strutture a gradinata, infatti, si trovano in una condizione di equilibrio dinamico e possono distruggersi per poi riformarsi in punti diversi in condizioni di portata elevata, con tempi di ritorno di 30-50 anni (Lenzi & D’Agostino, 2000). Anche se molti autori ritengono che i grossi clasti che costituiscono l’ossatura delle strutture a gradinata si muovano raramente, è opinione degli scriventi che queste interagiscano con i sedimenti in transito, e che questi massi siano soggetti a muoversi, anche con portate e tiranti d’acqua relativamente modesti. Per provare questa ipotesi è fondamentale effettuare delle esperienze di campo. Una serie di rilievi sono stati avviati allo scopo di identificare i rapporti tra le caratteristiche idrauliche della corrente e la formazione, il consolidamento o la rimozione delle strutture a gradinata. Preliminarmente, viene tuttavia presentato un lavori di sintesi dei dati di letteratura al fine di verificare le relazioni prodotte dai vari autori. L’obiettivo finale della ricerca finanziata con fondi INRM rimane comunque quello di comprendere la dinamica di queste strutture e di definire possibili strategie di intervento per la stabilizzazione dei torrenti montani facendo ricorso soltanto a materiali naturali presenti in alveo.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.