Scopo di questo studio è investigare gli effetti dell’attuale clima sociale e dell’ideologia politica sulla differenziazione negativa tra alcune minoranze e la maggioranza, in base alla prospettiva di quest’ultima. L’idea da cui muove la nostra indagine è che fenomeni sociali recenti, quali il susseguirsi di ondate migratorie sia in Italia che in Europa, l’affacciarsi sulla scena internazionale di nuove forme di terrorismo (attacchi alle Twin Towers, al teatro Dubrowna, dei kamikaze fra la folla) e di alcuni conflitti intergruppi (israelo-palestinese; U.S.A-Afganistan), costituiscano condizioni che definiscono un contesto di generale bellicosità. Idea di fondo è che le minoranze che più si inseriscono in tale clima sociale saranno maggiormente differenziate in modo negativo rispetto a quelle che appaiono più periferiche. Più in specifico ipotizziamo che tale situazione accresca nelle persone stati di paura e di minaccia, specie nei confronti di chi è percepito diverso o estraneo, contribuendo così all’incremento forme di pregiudizio manifesto. Ciò appare in evidente contrasto con gli esiti degli studi recenti in questo ambito che hanno univocamente dimostrato come le persone esprimano pregiudizi nei confronti di gruppi minoritari più in forma sottile che manifesta (Pettigrew e Meertens, 1995; Rueda e Navas, 1996; Manganelli Rattazzi e Volpato, 2001). In questo quadro di destabilizzazione degli equilibri e degli scambi internazionali ed in riferimento agli studi più recenti sulle forme di espressione del pregiudizio (Pettigrew e Meertens, 1995; Rueda e Navas,1996), ci aspettiamo che non tutte le minoranze siano percepite come egualmente minacciose dalla maggioranza. Prevediamo inoltre che quest’ultima attribuisca a sé tali attributi negativi in misura minore rispetto ad alcuni outgroup. Infine, che soggetti con un orientamento politico di centro-destra assegnino maggiormente, rispetto a quelli con posizioni di centro-sinistra, tratti di aggressività e di pericolosità sia alle minoranze, che a se stessi. Metodo. Queste ipotesi sono state testate su 421 studenti universitari di ambo i sessi. Le variabili dello studio sono: i 4 gruppi target indagati (transessuali, prostitute, Musulmani e tossicodipendenti), i 2 orientamenti politici (centro/destra vs. centro/sinistra) e i 2 giudizi negativi (pericolosi ed aggressivi) riferiti alla minoranza vs. alla maggioranza. Lo strumento impiegato nell’indagine è un questionario costituito da domande in formato chiuso. E’ stato presentato ai soggetti in forma differenziata in rapporto al tipo di minoranza proposta come target ed in particolare: prostitute, tossicodipendenti, transessuali e Musulmani. Esso è organizzato nelle seguenti sezioni: 1) Tratti stereotipici della minoranza e della maggioranza. Per ogni gruppo target sono stati presentati 20 aggettivi, positivi e negativi. Compito dei soggetti era di valutare, tramite una scala di intensità a 5 punti, quanto ogni aggettivo descriveva la minoranza (outgroup) e la maggioranza (ingroup), assegnando, allo stesso tempo, il punteggio alle caratteristiche dell’una e dell’altra. In questo modo la comparazione tra maggioranza e minoranza era resa esplicita. In considerazione della marcata difformità dei quattro gruppi target, gli aggettivi impiegati risultano differenti tranne nel caso dei transessuali e delle prostitute. Gli unici attributi condivisi dai quattro gruppi, e perciò confrontabili, sono “pericolosi” e “aggressivi”. 2) Orientamento politico. E’ stato rilevato mediante un unico item in cui si chiedeva agli intervistati di indicare il proprio orientamento politico collocandosi su uno dei quattro presentati e precisamente: centro – destra, centro – sinistra, nessun orientamento, la politica non mi interessa. Sono state prodotte quattro versioni dello stesso questionario, una per ciascuno dei quattro gruppi target considerati. Ad ogni partecipante e’ stato chiesto di compilarne uno, riferito ad un’unica minoranza. I Risultati sono stati analizzati tramite MANOVA: 4 (i gruppi target) x 2 orientamento politico (centro – destra vs. centro – sinistra) x 2 (giudizi sulla minoranza vs. giudizi sulla maggioranza) con misure ripetute su quest’ultimo fattore. I risultati confermano quanto è emerso in precedenti ricerche sull’argomento (Vala, 1999), ovvero che non tutte le minoranze sono considerate in modo uguale da parte della maggioranza. La maggioranza attribuisce infatti in misura minore tratti di pericolosità e di aggressività al gruppo delle prostitute e dei transessuali, rispetto a quello dei Musulmani e dei tossicodipendenti. Il risultato che richiama maggiormente l’attenzione è però l’interazione tra tipo di minoranza e grado di pericolosità attribuito a minoranza ed a maggioranza. Quest’ultima si autovaluta infatti come meno aggressiva rispetto a Musulmani e tossicodipendenti, ma come più aggressiva nei confronti di prostitute e transessuali. Tali andamenti sono presumibilmente in rapporto al fatto che Musulmani e tossicodipendenti sono percepiti come più minacciosi per questioni legate al terrorismo nel caso dei primi, ed a criminalità e malattie in quello dei secondi. Per quanto concerne l’influenza dell’ideologia politica sulla percezione di pericolosità e di aggressività delle minoranze e della maggioranza, i risultati ottenuti non confermano invece l’ipotesi avanzata. Discussione. Questi risultati sollevano una serie di interrogativi che non trovano però risposte adeguate in riferimento alle teorie più recenti sul pregiudizio. Il paradigma delle rappresentazioni sociali appare invece più pertinente. Definire infatti Musulmani e tossicodipendenti come aggressivi e pericolosi significa che a proposito di essi esiste una specifica teoria elaborata nell’ambito degli scambi comunicativi fra le persone (Moscovici, 1961) che li indica in un caso come “tutti terroristi” e nell’altro come “tutti ladri”. A proposito invece di prostitute e transessuali opera una teoria differente non riconducibile alla devianza sociale ma relativa a forme di sfruttamento. Interpretare questi risultati nella prospettiva delle rappresentazioni sociali significa quindi chiamare in causa due teorie delle relazioni sociali, una “bellica” ed una di “sfruttamento” caratterizzate da specifici rapporti asimmetrici.
Effetti dell'attuale clima sociale e dell'orientamento politico nella percezione di differenti minoranze
RONCARATI, Alessandra;RAVENNA, Marcella
2003
Abstract
Scopo di questo studio è investigare gli effetti dell’attuale clima sociale e dell’ideologia politica sulla differenziazione negativa tra alcune minoranze e la maggioranza, in base alla prospettiva di quest’ultima. L’idea da cui muove la nostra indagine è che fenomeni sociali recenti, quali il susseguirsi di ondate migratorie sia in Italia che in Europa, l’affacciarsi sulla scena internazionale di nuove forme di terrorismo (attacchi alle Twin Towers, al teatro Dubrowna, dei kamikaze fra la folla) e di alcuni conflitti intergruppi (israelo-palestinese; U.S.A-Afganistan), costituiscano condizioni che definiscono un contesto di generale bellicosità. Idea di fondo è che le minoranze che più si inseriscono in tale clima sociale saranno maggiormente differenziate in modo negativo rispetto a quelle che appaiono più periferiche. Più in specifico ipotizziamo che tale situazione accresca nelle persone stati di paura e di minaccia, specie nei confronti di chi è percepito diverso o estraneo, contribuendo così all’incremento forme di pregiudizio manifesto. Ciò appare in evidente contrasto con gli esiti degli studi recenti in questo ambito che hanno univocamente dimostrato come le persone esprimano pregiudizi nei confronti di gruppi minoritari più in forma sottile che manifesta (Pettigrew e Meertens, 1995; Rueda e Navas, 1996; Manganelli Rattazzi e Volpato, 2001). In questo quadro di destabilizzazione degli equilibri e degli scambi internazionali ed in riferimento agli studi più recenti sulle forme di espressione del pregiudizio (Pettigrew e Meertens, 1995; Rueda e Navas,1996), ci aspettiamo che non tutte le minoranze siano percepite come egualmente minacciose dalla maggioranza. Prevediamo inoltre che quest’ultima attribuisca a sé tali attributi negativi in misura minore rispetto ad alcuni outgroup. Infine, che soggetti con un orientamento politico di centro-destra assegnino maggiormente, rispetto a quelli con posizioni di centro-sinistra, tratti di aggressività e di pericolosità sia alle minoranze, che a se stessi. Metodo. Queste ipotesi sono state testate su 421 studenti universitari di ambo i sessi. Le variabili dello studio sono: i 4 gruppi target indagati (transessuali, prostitute, Musulmani e tossicodipendenti), i 2 orientamenti politici (centro/destra vs. centro/sinistra) e i 2 giudizi negativi (pericolosi ed aggressivi) riferiti alla minoranza vs. alla maggioranza. Lo strumento impiegato nell’indagine è un questionario costituito da domande in formato chiuso. E’ stato presentato ai soggetti in forma differenziata in rapporto al tipo di minoranza proposta come target ed in particolare: prostitute, tossicodipendenti, transessuali e Musulmani. Esso è organizzato nelle seguenti sezioni: 1) Tratti stereotipici della minoranza e della maggioranza. Per ogni gruppo target sono stati presentati 20 aggettivi, positivi e negativi. Compito dei soggetti era di valutare, tramite una scala di intensità a 5 punti, quanto ogni aggettivo descriveva la minoranza (outgroup) e la maggioranza (ingroup), assegnando, allo stesso tempo, il punteggio alle caratteristiche dell’una e dell’altra. In questo modo la comparazione tra maggioranza e minoranza era resa esplicita. In considerazione della marcata difformità dei quattro gruppi target, gli aggettivi impiegati risultano differenti tranne nel caso dei transessuali e delle prostitute. Gli unici attributi condivisi dai quattro gruppi, e perciò confrontabili, sono “pericolosi” e “aggressivi”. 2) Orientamento politico. E’ stato rilevato mediante un unico item in cui si chiedeva agli intervistati di indicare il proprio orientamento politico collocandosi su uno dei quattro presentati e precisamente: centro – destra, centro – sinistra, nessun orientamento, la politica non mi interessa. Sono state prodotte quattro versioni dello stesso questionario, una per ciascuno dei quattro gruppi target considerati. Ad ogni partecipante e’ stato chiesto di compilarne uno, riferito ad un’unica minoranza. I Risultati sono stati analizzati tramite MANOVA: 4 (i gruppi target) x 2 orientamento politico (centro – destra vs. centro – sinistra) x 2 (giudizi sulla minoranza vs. giudizi sulla maggioranza) con misure ripetute su quest’ultimo fattore. I risultati confermano quanto è emerso in precedenti ricerche sull’argomento (Vala, 1999), ovvero che non tutte le minoranze sono considerate in modo uguale da parte della maggioranza. La maggioranza attribuisce infatti in misura minore tratti di pericolosità e di aggressività al gruppo delle prostitute e dei transessuali, rispetto a quello dei Musulmani e dei tossicodipendenti. Il risultato che richiama maggiormente l’attenzione è però l’interazione tra tipo di minoranza e grado di pericolosità attribuito a minoranza ed a maggioranza. Quest’ultima si autovaluta infatti come meno aggressiva rispetto a Musulmani e tossicodipendenti, ma come più aggressiva nei confronti di prostitute e transessuali. Tali andamenti sono presumibilmente in rapporto al fatto che Musulmani e tossicodipendenti sono percepiti come più minacciosi per questioni legate al terrorismo nel caso dei primi, ed a criminalità e malattie in quello dei secondi. Per quanto concerne l’influenza dell’ideologia politica sulla percezione di pericolosità e di aggressività delle minoranze e della maggioranza, i risultati ottenuti non confermano invece l’ipotesi avanzata. Discussione. Questi risultati sollevano una serie di interrogativi che non trovano però risposte adeguate in riferimento alle teorie più recenti sul pregiudizio. Il paradigma delle rappresentazioni sociali appare invece più pertinente. Definire infatti Musulmani e tossicodipendenti come aggressivi e pericolosi significa che a proposito di essi esiste una specifica teoria elaborata nell’ambito degli scambi comunicativi fra le persone (Moscovici, 1961) che li indica in un caso come “tutti terroristi” e nell’altro come “tutti ladri”. A proposito invece di prostitute e transessuali opera una teoria differente non riconducibile alla devianza sociale ma relativa a forme di sfruttamento. Interpretare questi risultati nella prospettiva delle rappresentazioni sociali significa quindi chiamare in causa due teorie delle relazioni sociali, una “bellica” ed una di “sfruttamento” caratterizzate da specifici rapporti asimmetrici.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.