L’uso dell’ocra da parte degli Aurignaziani di Fumane è documentato da ampie chiazze di sedimento arrossato per la concentrazione del colorante e da blocchetti di ocra rossa e gialla. Un gruppo di pezzi di ocra rossa è caratterizato da composizione ematitica, elevata adesività, presenza di titanio e alluminio : si tratta di un materiale adatto ad essere applicato alla pietra. Nelle unità A2, D5, D3 e D1 sono venuti in luce tra i frammenti staccatisi dalla volta o dalle pareti per effetto crioclastico, anche alcuni pezzi che erano stati dipinti prima del distacco. Il colore fu applicato a superfici che erano state esposte per un certo intervallo cronologico ; dopo il distacco, i frammenti dipinti caddero sulla superficie della grotta e furono quindi sepolti nel deposito. Dopo il seppellimento alcuni di essi furono parzialmente coperti da sottili concrezioni calcitiche. Nei motivi dipinti il colore è distribuito uniformemente, talora sfruttando piccole creste. Tutte le immagini, tranne una, sono incomplete perché interrotte dalle fratture. In un frammento è rappresentato un animale a quattro zampe visto di fianco, che ricorda la sagoma di una statuetta di Vogelherd interpretata come felino. Un secondo frammento mostra un antropomorfo, visto frontalmente, con due corna (forse una maschera) sul volto, con le braccia tese verso l’esterno e el gambe allargate. La mano destra regge qualcosa che pende verso il basso, forse un oggetto rituale. Di lettura più incerta gli altri frammenti. L’età di 34.000 - 32.000 anni radiocarbonio non calibrati assegnata alla frequentazione aurignaziana del sito può essere ritenuta anche l’età probabile della decorazione pittorica della grotta, che pare funzionale all’insediamento. Si tratta dunque di una delle più antiche espressioni di arte figurativa conosciuta in Europa.

I ritrovamenti. Le pietre dipinte dell’Aurignaziano.

BROGLIO, Alberto;PERESANI, Marco;DE STEFANI, Mirco;BERTOLA, Stefano;GURIOLI, Fabio;
2005

Abstract

L’uso dell’ocra da parte degli Aurignaziani di Fumane è documentato da ampie chiazze di sedimento arrossato per la concentrazione del colorante e da blocchetti di ocra rossa e gialla. Un gruppo di pezzi di ocra rossa è caratterizato da composizione ematitica, elevata adesività, presenza di titanio e alluminio : si tratta di un materiale adatto ad essere applicato alla pietra. Nelle unità A2, D5, D3 e D1 sono venuti in luce tra i frammenti staccatisi dalla volta o dalle pareti per effetto crioclastico, anche alcuni pezzi che erano stati dipinti prima del distacco. Il colore fu applicato a superfici che erano state esposte per un certo intervallo cronologico ; dopo il distacco, i frammenti dipinti caddero sulla superficie della grotta e furono quindi sepolti nel deposito. Dopo il seppellimento alcuni di essi furono parzialmente coperti da sottili concrezioni calcitiche. Nei motivi dipinti il colore è distribuito uniformemente, talora sfruttando piccole creste. Tutte le immagini, tranne una, sono incomplete perché interrotte dalle fratture. In un frammento è rappresentato un animale a quattro zampe visto di fianco, che ricorda la sagoma di una statuetta di Vogelherd interpretata come felino. Un secondo frammento mostra un antropomorfo, visto frontalmente, con due corna (forse una maschera) sul volto, con le braccia tese verso l’esterno e el gambe allargate. La mano destra regge qualcosa che pende verso il basso, forse un oggetto rituale. Di lettura più incerta gli altri frammenti. L’età di 34.000 - 32.000 anni radiocarbonio non calibrati assegnata alla frequentazione aurignaziana del sito può essere ritenuta anche l’età probabile della decorazione pittorica della grotta, che pare funzionale all’insediamento. Si tratta dunque di una delle più antiche espressioni di arte figurativa conosciuta in Europa.
2005
Arte; Aurignaziano; Grotta; Pietre
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