In questo capitolo si illustrano i risultati di due tipi di analisi statistica, una di natura tendenzialmente descrittiva, e l’altra di carattere propriamente econometri-co. La prima analisi ha un doppio valore. Può vedersi come un ulteriore esame dello schema interpretativo costruito nei capitoli precedenti, che ci ha portato a formulare la tesi secondo la quale le imprese più innovative, e che presentano un quadro di relazioni industriali volto al confronto tra le parti sociali, registrano an-che performance superiori, controllando per specifiche caratteristiche ascrittive e strutturali delle imprese . Nel contempo essa risulta preliminare rispetto alla anali-si econometrica, che sarà volta a selezionare e confermare i nessi più robusti, tra quelli individuati e commentati nella parte di analisi descrittiva dei dati. Uno dei valori aggiunti dei risultati di questo capitolo è il fatto che le relazioni esistenti tra intensità innovativa, qualità delle relazioni industriali e performance economiche sono esaminate utilizzando le informazioni tratte dai bilanci aziendali delle impre-se, e non, come finora, le performance rilevate dalle percezioni delle RSU. La seconda è un’analisi econometrica che si caratterizza per un triplice obietti-vo: a) rilevare il legame tra propensione ad innovare nelle diverse sfere di innova-zione, da un lato, e caratteristiche d’impresa quali fattori ascrittivi, flessibilità dei rapporti di lavoro e nell’attività lavorativa, intensità e qualità delle relazioni indu-striali, tra le voci primarie, dall’altro; b) verificare il ruolo delle diverse compo-nenti dell’innovazione ai fini della produttività del lavoro; c) esaminare la relazio-ne tra condizioni di lavoro, da un lato, e innovazioni e relazioni industriali dall’altro. L’analisi multivariata ha infine l’usuale compito di verificare quali nes-si, tra quelli studiati in precedenza nell’ambito bivariato, siano robusti quando si “controlla” ogni legame con le altre caratteristiche rilevanti. I dati di bilancio utilizzati nell’analisi statistica di questo capitolo sono relativi sia all’anno di riferimento delle informazioni rilevate dall’indagine (2004) sia ad anni precedenti (1998-2003). Dal punto di vista econometrico, l’unione di tale fonte con le informazioni derivanti dalle interviste consente a fianco di una inda-gine di tipo cross-section “pura”, obiettivo (b) di cui sopra, un’analisi cross-section “ibrida”, ovvero caratterizzata anche dalla presenza di varabili con dimen-sione temporale, obiettivi (a) e (c) di cui sopra. Le analisi econometriche sono perciò in parte forzatamente cross-section come per le stime afferenti all’obiettivo (b) ed in parte miste. Quindi il fine generale dell’analisi econometrica non è tan-to, per intrinseci e frequenti vincoli derivanti dai dati, quello di indagare nessi di causa-effetto tra innovazioni, relazioni industriali, condizioni di lavoro e perfor-mance economica, quanto mettere in evidenza eventuali associazioni statistica-mente significative nelle relazioni tra le variabili appartenenti alle aree ora elenca-te, sebbene quando si utilizzano le variabili di bilancio ritardate come esplicative si possa parlare di effetti che esse producono sulla variabile dipendente. Le variabili considerate colgono diversi aspetti rilevanti delle realtà produttive coinvolte nell’indagine e che sono stati ampiamente trattati nei capitoli precedenti: le variabili relative alle caratteristiche ascrittive e strutturali delle imprese, quelle che riguardano la sfera dei cambiamenti e delle innovazioni realizzate nelle impre-se, le variabili di relazioni industriali, ed infine quelle concernenti la sfera delle performance economiche per le quali i dati relativi alle percezioni delle rappresen-tanze sindacali vengono confrontati con quelli desunti dai bilanci aziendali. A tal fine verrà impiegato, a questo stadio, un insieme ristretto delle informazioni di-sponibili nei bilanci aziendali, principalmente quelle riconducibili alla produttività del lavoro ed alla redditività dell’impresa, riservando ad approfondimenti succes-sivi l’estensione ad altre variabili. Lo studio congiunto di tale insieme informativo intende così contribuire ad i-dentificare le caratteristiche distintive che qualificano le imprese manifatturiere del sistema produttivo locale di Reggio Emilia. Entro certi limiti, e evidenziando la rilevanza di fattori idiosincratici quali possono essere, ad esempio, le relazioni industriali nel territorio locale, le analisi possono condurre a risultati estendibili a sistemi produttivi italiani, ma anche europei, che presentano simili caratteristiche tecnologiche, dimensionali e produttive. Questo capitolo, composto dalle due summenzionate analisi, è suddiviso in sei paragrafi principali. Il primo riguarda la disamina del dataset relativo ai bilanci disponibili, in ter-mini di rappresentatività e grado di copertura rispetto al campione delle interviste realizzate ed all’universo delle imprese (§.11.1). Nel secondo paragrafo vengono confrontate le performance percepite dalle rappresentanze sindacali con quelle ri-cavate dai bilanci aziendali, al fine di evidenziare quanto le due fonti siano tra loro coerenti (senza pretendere però di valutare la correttezza delle une rispetto alle al-tre) (§.11.2). Successivamente (§.11.3) viene analizzato il rapporto tra perfor-mance economiche, caratteristiche ascrittive e strutturali (quali ad esempio nume-ro di addetti, tipologia di impresa, quota del fatturato realizzata sui mercati inter-nazionali, eventuale delocalizzazione produttiva, adozione di bilancio di responsa-bilità sociale), e infine strategie competitive delle imprese. Il quarto paragrafo co-stituisce il nucleo centrale e più importante della prima analisi: in esso si esamina-no le relazioni tra performance economiche delle imprese e intensità innovativa, declinata nelle varie componenti costituite da rapporti di lavoro, formazione, in-novazione tecnologica, cambiamenti organizzativi, innovazione nei sistemi TIC (§.11.4). Come è emerso nei capitoli precedenti, le imprese che evidenziano una maggiore intensità innovativa sono anche quelle per le quali vi è una percezione da parte delle rappresentanze sindacali intervistate di performance economiche superiori nel 2004. È interessante, quindi, verificare se ed in che misura tale asso-ciazione viene confermata considerando le performance economiche derivate, in-vece, dai bilanci aziendali per il 2004. Nel quinto paragrafo si introduce il tema delle relazioni industriali, illustrando le associazioni statisticamente significative tra queste, da un lato, le performance economiche e l’intensità innovativa delle imprese, dall’altro (§.11.5). L’obiettivo è quello di fornire alcuni riscontri all’ipotesi secondo la quale il dialogo sociale tra le parti, in termini di confronto tra rappresentanze e direzioni aziendali, può costituire un fattore a supporto dell’intensità innovativa delle imprese e quindi, mediante tale via, di performance economiche superiori. Il sesto paragrafo fornisce un’analisi econometrica delle relazioni tra perfor-mance, innovazioni, condizioni di lavoro, relazioni industriali ed altre variabili emerse come cruciali nel definire il modello concettuale di relazioni tra i fattori strategici per le imprese manifatturiere reggiane (§.11.6). I risultati ottenuti hanno lo scopo di fornire una evidenza empirica ulteriore, più robusta dal punto di vista statistico, ma che tuttavia non può compararsi alle indagini fin qui presentate, a-vendo finalità differenti. Nello specifico, una prima parte dell’analisi mira a forni-re una risposta all’ipotesi che il dialogo sociale tra le parti, ovvero una buona qua-lità delle relazioni industriali, sia una condizione di supporto ad una maggiore in-tensità innovativa. Una seconda parte dell’analisi econometrica si focalizza conse-guentemente sull’indicatore di produttività del lavoro, ritenuto in termini relativi il più coerente per indagare riguardo gli effetti diretti delle dinamiche innovative sul-le performance. Il focus circoscritto alla produttività è volto anche a definire risul-tati e interpretazioni circa tali nessi che siano facilmente fruibili ed informativi per la gestione delle strategie innovative e le politiche pubbliche su innovazione e formazione. L’ultima parte dell’analisi econometrica è indirizzata alla disamina delle relazioni esistenti tra condizioni di lavoro, da un lato, e attività innovativa e relazioni industriali, dall’altro, nell’ipotesi che le innovazioni introdotte dall’impresa, soprattutto sotto il profilo organizzativo, e la qualità del dialogo tra le parti sociali influiscano, positivamente o negativamente, sull’andamento delle condizioni di lavoro.

Politiche di innovazione e performance economiche: analisi mediante bilanci aziendali

PINI, Paolo;ANTONIOLI, Davide;MAZZANTI, Massimiliano;
2007

Abstract

In questo capitolo si illustrano i risultati di due tipi di analisi statistica, una di natura tendenzialmente descrittiva, e l’altra di carattere propriamente econometri-co. La prima analisi ha un doppio valore. Può vedersi come un ulteriore esame dello schema interpretativo costruito nei capitoli precedenti, che ci ha portato a formulare la tesi secondo la quale le imprese più innovative, e che presentano un quadro di relazioni industriali volto al confronto tra le parti sociali, registrano an-che performance superiori, controllando per specifiche caratteristiche ascrittive e strutturali delle imprese . Nel contempo essa risulta preliminare rispetto alla anali-si econometrica, che sarà volta a selezionare e confermare i nessi più robusti, tra quelli individuati e commentati nella parte di analisi descrittiva dei dati. Uno dei valori aggiunti dei risultati di questo capitolo è il fatto che le relazioni esistenti tra intensità innovativa, qualità delle relazioni industriali e performance economiche sono esaminate utilizzando le informazioni tratte dai bilanci aziendali delle impre-se, e non, come finora, le performance rilevate dalle percezioni delle RSU. La seconda è un’analisi econometrica che si caratterizza per un triplice obietti-vo: a) rilevare il legame tra propensione ad innovare nelle diverse sfere di innova-zione, da un lato, e caratteristiche d’impresa quali fattori ascrittivi, flessibilità dei rapporti di lavoro e nell’attività lavorativa, intensità e qualità delle relazioni indu-striali, tra le voci primarie, dall’altro; b) verificare il ruolo delle diverse compo-nenti dell’innovazione ai fini della produttività del lavoro; c) esaminare la relazio-ne tra condizioni di lavoro, da un lato, e innovazioni e relazioni industriali dall’altro. L’analisi multivariata ha infine l’usuale compito di verificare quali nes-si, tra quelli studiati in precedenza nell’ambito bivariato, siano robusti quando si “controlla” ogni legame con le altre caratteristiche rilevanti. I dati di bilancio utilizzati nell’analisi statistica di questo capitolo sono relativi sia all’anno di riferimento delle informazioni rilevate dall’indagine (2004) sia ad anni precedenti (1998-2003). Dal punto di vista econometrico, l’unione di tale fonte con le informazioni derivanti dalle interviste consente a fianco di una inda-gine di tipo cross-section “pura”, obiettivo (b) di cui sopra, un’analisi cross-section “ibrida”, ovvero caratterizzata anche dalla presenza di varabili con dimen-sione temporale, obiettivi (a) e (c) di cui sopra. Le analisi econometriche sono perciò in parte forzatamente cross-section come per le stime afferenti all’obiettivo (b) ed in parte miste. Quindi il fine generale dell’analisi econometrica non è tan-to, per intrinseci e frequenti vincoli derivanti dai dati, quello di indagare nessi di causa-effetto tra innovazioni, relazioni industriali, condizioni di lavoro e perfor-mance economica, quanto mettere in evidenza eventuali associazioni statistica-mente significative nelle relazioni tra le variabili appartenenti alle aree ora elenca-te, sebbene quando si utilizzano le variabili di bilancio ritardate come esplicative si possa parlare di effetti che esse producono sulla variabile dipendente. Le variabili considerate colgono diversi aspetti rilevanti delle realtà produttive coinvolte nell’indagine e che sono stati ampiamente trattati nei capitoli precedenti: le variabili relative alle caratteristiche ascrittive e strutturali delle imprese, quelle che riguardano la sfera dei cambiamenti e delle innovazioni realizzate nelle impre-se, le variabili di relazioni industriali, ed infine quelle concernenti la sfera delle performance economiche per le quali i dati relativi alle percezioni delle rappresen-tanze sindacali vengono confrontati con quelli desunti dai bilanci aziendali. A tal fine verrà impiegato, a questo stadio, un insieme ristretto delle informazioni di-sponibili nei bilanci aziendali, principalmente quelle riconducibili alla produttività del lavoro ed alla redditività dell’impresa, riservando ad approfondimenti succes-sivi l’estensione ad altre variabili. Lo studio congiunto di tale insieme informativo intende così contribuire ad i-dentificare le caratteristiche distintive che qualificano le imprese manifatturiere del sistema produttivo locale di Reggio Emilia. Entro certi limiti, e evidenziando la rilevanza di fattori idiosincratici quali possono essere, ad esempio, le relazioni industriali nel territorio locale, le analisi possono condurre a risultati estendibili a sistemi produttivi italiani, ma anche europei, che presentano simili caratteristiche tecnologiche, dimensionali e produttive. Questo capitolo, composto dalle due summenzionate analisi, è suddiviso in sei paragrafi principali. Il primo riguarda la disamina del dataset relativo ai bilanci disponibili, in ter-mini di rappresentatività e grado di copertura rispetto al campione delle interviste realizzate ed all’universo delle imprese (§.11.1). Nel secondo paragrafo vengono confrontate le performance percepite dalle rappresentanze sindacali con quelle ri-cavate dai bilanci aziendali, al fine di evidenziare quanto le due fonti siano tra loro coerenti (senza pretendere però di valutare la correttezza delle une rispetto alle al-tre) (§.11.2). Successivamente (§.11.3) viene analizzato il rapporto tra perfor-mance economiche, caratteristiche ascrittive e strutturali (quali ad esempio nume-ro di addetti, tipologia di impresa, quota del fatturato realizzata sui mercati inter-nazionali, eventuale delocalizzazione produttiva, adozione di bilancio di responsa-bilità sociale), e infine strategie competitive delle imprese. Il quarto paragrafo co-stituisce il nucleo centrale e più importante della prima analisi: in esso si esamina-no le relazioni tra performance economiche delle imprese e intensità innovativa, declinata nelle varie componenti costituite da rapporti di lavoro, formazione, in-novazione tecnologica, cambiamenti organizzativi, innovazione nei sistemi TIC (§.11.4). Come è emerso nei capitoli precedenti, le imprese che evidenziano una maggiore intensità innovativa sono anche quelle per le quali vi è una percezione da parte delle rappresentanze sindacali intervistate di performance economiche superiori nel 2004. È interessante, quindi, verificare se ed in che misura tale asso-ciazione viene confermata considerando le performance economiche derivate, in-vece, dai bilanci aziendali per il 2004. Nel quinto paragrafo si introduce il tema delle relazioni industriali, illustrando le associazioni statisticamente significative tra queste, da un lato, le performance economiche e l’intensità innovativa delle imprese, dall’altro (§.11.5). L’obiettivo è quello di fornire alcuni riscontri all’ipotesi secondo la quale il dialogo sociale tra le parti, in termini di confronto tra rappresentanze e direzioni aziendali, può costituire un fattore a supporto dell’intensità innovativa delle imprese e quindi, mediante tale via, di performance economiche superiori. Il sesto paragrafo fornisce un’analisi econometrica delle relazioni tra perfor-mance, innovazioni, condizioni di lavoro, relazioni industriali ed altre variabili emerse come cruciali nel definire il modello concettuale di relazioni tra i fattori strategici per le imprese manifatturiere reggiane (§.11.6). I risultati ottenuti hanno lo scopo di fornire una evidenza empirica ulteriore, più robusta dal punto di vista statistico, ma che tuttavia non può compararsi alle indagini fin qui presentate, a-vendo finalità differenti. Nello specifico, una prima parte dell’analisi mira a forni-re una risposta all’ipotesi che il dialogo sociale tra le parti, ovvero una buona qua-lità delle relazioni industriali, sia una condizione di supporto ad una maggiore in-tensità innovativa. Una seconda parte dell’analisi econometrica si focalizza conse-guentemente sull’indicatore di produttività del lavoro, ritenuto in termini relativi il più coerente per indagare riguardo gli effetti diretti delle dinamiche innovative sul-le performance. Il focus circoscritto alla produttività è volto anche a definire risul-tati e interpretazioni circa tali nessi che siano facilmente fruibili ed informativi per la gestione delle strategie innovative e le politiche pubbliche su innovazione e formazione. L’ultima parte dell’analisi econometrica è indirizzata alla disamina delle relazioni esistenti tra condizioni di lavoro, da un lato, e attività innovativa e relazioni industriali, dall’altro, nell’ipotesi che le innovazioni introdotte dall’impresa, soprattutto sotto il profilo organizzativo, e la qualità del dialogo tra le parti sociali influiscano, positivamente o negativamente, sull’andamento delle condizioni di lavoro.
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