Si è scelto il tema della casa in mutazione, quale occasione di riflessione per gli allievi del corso, sul carattere “aperto” che hanno ormai assunto gli edifici contemporanei, caratteristica che differenzia fortemente l’architettura odierna rispetto a quella moderna e premoderna, ricca invece di esempi di manufatti sostanzialmente “chiusi”, dotati di un’identità funzionale ben definita. L’esercitazione proposta durante il laboratorio si pone anche come un atto di modestia, l’accettazione che nella realtà odierna l’architetto artista, deus ex machina, ha sempre meno ragion d’essere: le variabili in campo sono numerosissime, di cui noi non controlliamo nemmeno quelle di maggior peso, e quindi il nostro ruolo deve sapersi tradurre da esecutori, in direttori di un orchestra di voci, il punto di raccolta di una serie di istanze; l’architetto però non deve rimanere punto inerte, ma al contrario essere il polarizzatore di tutte queste spinte, a volte anche fra loro contrastanti, una figura in grado si orientarle tutte verso un unico fine. Come tema del corso si è infatti assegnato il progetto di un’abitazione isolata unifamiliare, avente come caratteristica fondamentale la possibilità di poter essere ampliata, per poter accogliere un domani, eventuali nuovi componenti del nucleo familiare Gli allievi dovevano predisporre, durante la prima fase dell’esercitazione, all’interno di 5 gruppi allargati, composti ciascuno da 10 studenti le modalità, cui in seguito avrebbero dovuto accordarsi i singoli. I risultati di questo lavoro collegiale sono poi stati assunti come regole meta-progettuali da tutti i componenti il gruppo: ognuno le ha poi verificate attraverso il proprio progetto, che doveva dimostrare la congruenza con i ragionamenti preliminari.
CASE IN MUTAZIONE
GAIANI, Alessandro
2005
Abstract
Si è scelto il tema della casa in mutazione, quale occasione di riflessione per gli allievi del corso, sul carattere “aperto” che hanno ormai assunto gli edifici contemporanei, caratteristica che differenzia fortemente l’architettura odierna rispetto a quella moderna e premoderna, ricca invece di esempi di manufatti sostanzialmente “chiusi”, dotati di un’identità funzionale ben definita. L’esercitazione proposta durante il laboratorio si pone anche come un atto di modestia, l’accettazione che nella realtà odierna l’architetto artista, deus ex machina, ha sempre meno ragion d’essere: le variabili in campo sono numerosissime, di cui noi non controlliamo nemmeno quelle di maggior peso, e quindi il nostro ruolo deve sapersi tradurre da esecutori, in direttori di un orchestra di voci, il punto di raccolta di una serie di istanze; l’architetto però non deve rimanere punto inerte, ma al contrario essere il polarizzatore di tutte queste spinte, a volte anche fra loro contrastanti, una figura in grado si orientarle tutte verso un unico fine. Come tema del corso si è infatti assegnato il progetto di un’abitazione isolata unifamiliare, avente come caratteristica fondamentale la possibilità di poter essere ampliata, per poter accogliere un domani, eventuali nuovi componenti del nucleo familiare Gli allievi dovevano predisporre, durante la prima fase dell’esercitazione, all’interno di 5 gruppi allargati, composti ciascuno da 10 studenti le modalità, cui in seguito avrebbero dovuto accordarsi i singoli. I risultati di questo lavoro collegiale sono poi stati assunti come regole meta-progettuali da tutti i componenti il gruppo: ognuno le ha poi verificate attraverso il proprio progetto, che doveva dimostrare la congruenza con i ragionamenti preliminari.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.