Nacque già in un luogo assai solitario un uomo dotato da natura d’uno ingegno perspicacissimo e d’una curiosità straordinaria; e per suo trastullo allevandosi diversi uccelli, gustava molto del lor canto, e con grandissima meraviglia andava osservando con che bell’artificio, colla stess’aria con la quale respiravano, ad arbitrio loro formavano canti diversi, e tutti soavissimi». Con queste parole, inserite da Galileo come per incanto nel "Saggiatore" tra le vivaci argomentazioni di una polemica sulla natura delle comete, inizia la «favola dello zufolo e della cicala» che porta il lettore a seguire il cammino di scoperta dei molti modi in cui in natura si generano i suoni. Metafora di una scienza che, lungi dall’irrigidire la realtà negli schematismi di un freddo meccanicismo fisico-matematico (secondo gli stereotipi di una certa tradizione storiografica), riconosce alla natura libertà e «ricchezza nel produr suoi effetti con maniere inescogitabili da noi», la favola galileiana offre all’autore di questo libro lo spunto per presentarci con un linguaggio accessibile una visione avvincente della scienza e della sua storia. Insieme a Galileo, figura centrale dell’opera, si parla qui di personaggi come Newton e Helmholtz, Malpighi e Spallanzani, Galvani e Volta, e anche di pesci elettrici, conduzione nervosa, meccanismi sensoriali e visione dei colori. L’intento è quello di recuperare all’impresa scientifica quel fascino e quelle valenze emozionali a cui Goethe faceva riferimento quando affermava che «la scienza è uscita dalla poesia» e si augurava che un giorno, «mutando i tempi, scienza e poesia possano amichevolmente ritrovarsi su un piano più elevato

"Lo zufolo e la cicala. Divagazioni galileiane tra la scienza e la sua storia"

PICCOLINO, Marco
2005

Abstract

Nacque già in un luogo assai solitario un uomo dotato da natura d’uno ingegno perspicacissimo e d’una curiosità straordinaria; e per suo trastullo allevandosi diversi uccelli, gustava molto del lor canto, e con grandissima meraviglia andava osservando con che bell’artificio, colla stess’aria con la quale respiravano, ad arbitrio loro formavano canti diversi, e tutti soavissimi». Con queste parole, inserite da Galileo come per incanto nel "Saggiatore" tra le vivaci argomentazioni di una polemica sulla natura delle comete, inizia la «favola dello zufolo e della cicala» che porta il lettore a seguire il cammino di scoperta dei molti modi in cui in natura si generano i suoni. Metafora di una scienza che, lungi dall’irrigidire la realtà negli schematismi di un freddo meccanicismo fisico-matematico (secondo gli stereotipi di una certa tradizione storiografica), riconosce alla natura libertà e «ricchezza nel produr suoi effetti con maniere inescogitabili da noi», la favola galileiana offre all’autore di questo libro lo spunto per presentarci con un linguaggio accessibile una visione avvincente della scienza e della sua storia. Insieme a Galileo, figura centrale dell’opera, si parla qui di personaggi come Newton e Helmholtz, Malpighi e Spallanzani, Galvani e Volta, e anche di pesci elettrici, conduzione nervosa, meccanismi sensoriali e visione dei colori. L’intento è quello di recuperare all’impresa scientifica quel fascino e quelle valenze emozionali a cui Goethe faceva riferimento quando affermava che «la scienza è uscita dalla poesia» e si augurava che un giorno, «mutando i tempi, scienza e poesia possano amichevolmente ritrovarsi su un piano più elevato
2005
9788833916125
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11392/472182
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact