Il trasporto solido di un corso d’acqua ed, in particolare, il trasporto al fondo, è un processo che riveste grande rilevanza sia nella dinamica morfologica del canale fluviale stesso che in quella delle coste da questo alimentate. Negli ultimi decenni gran parte delle coste italiane sono andate soggette a preoccupanti fenomeni di erosione (Fierro, 2004), che hanno richiesto costosi interventi di protezione a mare, la cui efficacia non è riconosciuta universalmente sia per i benefici diretti sulle spiagge sia per la perdita di qualità ambientale e paesaggistica che tali opere hanno comportato. La costa Romagnola, nonostante - e al tempo stesso in forza - della sua vocazione prettamente turistica, non è sfuggita a questa spiacevole sorte, con molti chilometri di costa protetta da una ampia tipologia di opere d’ingegneria che hanno cercato di contrastare, o almeno, di mitigare il processo di arretramento delle spiagge. Molte risorse sono state quindi investite nel tentativo di salvaguardare la costa Romagnola, intesa come una risorsa naturale di pregio per il suo valore in termini economici e le ricadute positive sullo sviluppo della regione. La dinamica di una spiaggia è un processo complesso che implica la mobilizzazione di grandi (o piccole) quantità di sedimenti. Intervenire su una costa sia per la realizzazione di opere volte al suo sfruttamento sostenibile (turistico e/o industriale) o anche per cercare di contrastare i fenomeni di degrado in atto non può prescindere da una approfondita conoscenza dei processi di trasporto solido lungo costa, ma anche della quantità degli apporti solidi dei corsi d’acqua che in essa hanno le proprie foci. Le misure di trasporto solido al fondo dei corsi d’acqua e lungo costa non sono semplici e richiedono il dispiegamento di importanti risorse umane e finanziarie. Per questi motivi tali misure in Italia sono scarsissime e quasi tutte riferite all’ultimo decennio (Billi e Paris, 2004; Billi e Salemi, 2004). Per quello che riguarda l’apporto solido fluviale alla costa dell’Emilia-Romagna, le uniche conoscenze disponibili sono le stime teoriche calcolate dall’Idroser per il Piano Coste del 1983. Secondo tali stime, negli anni ’80, i corsi d’acqua avevano portate al fondo 3-4 volte inferiori rispetto al periodo 1930-1945, in seguito ad escavazione degli alvei ed opere di protezione all’interno dei bacini. Vero è però che, ove si disponga di dati di trasporto solido al fondo, dati di trasporto litoraneo e dati delle variazioni morfologiche dei fondali susseguenti agli eventi di piena e alle mareggiate, è possibile gettare molta luce sui processi e sulle interazioni che regolano le condizioni di equilibrio di una spiaggia e fornire, quindi, una base scientifica avanzata per una più corretta progettazione degli interventi di mitigazione del degrado e di riabilitazione. La regione Emilia-Romagna ha riconosciuto sin dagli anni ’80 che fosse necessaria una politica territoriale che considerasse il ripristino nel medio e lungo periodo di una dinamica costiera tendente all’equilibrio (Preti, 1993). Dal punto di vista dell’apporto solido fluviale il primo intervento legislativo risale alla delibera n. 1300 del Consiglio Regionale del 24 giugno 1982, che bloccava totalmente l’estrazione di materiali inerti dai corsi d’acqua regionali. Il presente studio vuol rappresentare un primo tentativo di coniugare le misure di trasporto solido al fondo dei Fiumi Uniti con le osservazioni della dinamica della costa prospiciente la sua foce.
Trasporto solido dei Fiumi Uniti e dinamica della zona di foce
BILLI, Paolo;CIAVOLA, Paolo;SALEMI, Enzo;PRECISO, Emanuele
2007
Abstract
Il trasporto solido di un corso d’acqua ed, in particolare, il trasporto al fondo, è un processo che riveste grande rilevanza sia nella dinamica morfologica del canale fluviale stesso che in quella delle coste da questo alimentate. Negli ultimi decenni gran parte delle coste italiane sono andate soggette a preoccupanti fenomeni di erosione (Fierro, 2004), che hanno richiesto costosi interventi di protezione a mare, la cui efficacia non è riconosciuta universalmente sia per i benefici diretti sulle spiagge sia per la perdita di qualità ambientale e paesaggistica che tali opere hanno comportato. La costa Romagnola, nonostante - e al tempo stesso in forza - della sua vocazione prettamente turistica, non è sfuggita a questa spiacevole sorte, con molti chilometri di costa protetta da una ampia tipologia di opere d’ingegneria che hanno cercato di contrastare, o almeno, di mitigare il processo di arretramento delle spiagge. Molte risorse sono state quindi investite nel tentativo di salvaguardare la costa Romagnola, intesa come una risorsa naturale di pregio per il suo valore in termini economici e le ricadute positive sullo sviluppo della regione. La dinamica di una spiaggia è un processo complesso che implica la mobilizzazione di grandi (o piccole) quantità di sedimenti. Intervenire su una costa sia per la realizzazione di opere volte al suo sfruttamento sostenibile (turistico e/o industriale) o anche per cercare di contrastare i fenomeni di degrado in atto non può prescindere da una approfondita conoscenza dei processi di trasporto solido lungo costa, ma anche della quantità degli apporti solidi dei corsi d’acqua che in essa hanno le proprie foci. Le misure di trasporto solido al fondo dei corsi d’acqua e lungo costa non sono semplici e richiedono il dispiegamento di importanti risorse umane e finanziarie. Per questi motivi tali misure in Italia sono scarsissime e quasi tutte riferite all’ultimo decennio (Billi e Paris, 2004; Billi e Salemi, 2004). Per quello che riguarda l’apporto solido fluviale alla costa dell’Emilia-Romagna, le uniche conoscenze disponibili sono le stime teoriche calcolate dall’Idroser per il Piano Coste del 1983. Secondo tali stime, negli anni ’80, i corsi d’acqua avevano portate al fondo 3-4 volte inferiori rispetto al periodo 1930-1945, in seguito ad escavazione degli alvei ed opere di protezione all’interno dei bacini. Vero è però che, ove si disponga di dati di trasporto solido al fondo, dati di trasporto litoraneo e dati delle variazioni morfologiche dei fondali susseguenti agli eventi di piena e alle mareggiate, è possibile gettare molta luce sui processi e sulle interazioni che regolano le condizioni di equilibrio di una spiaggia e fornire, quindi, una base scientifica avanzata per una più corretta progettazione degli interventi di mitigazione del degrado e di riabilitazione. La regione Emilia-Romagna ha riconosciuto sin dagli anni ’80 che fosse necessaria una politica territoriale che considerasse il ripristino nel medio e lungo periodo di una dinamica costiera tendente all’equilibrio (Preti, 1993). Dal punto di vista dell’apporto solido fluviale il primo intervento legislativo risale alla delibera n. 1300 del Consiglio Regionale del 24 giugno 1982, che bloccava totalmente l’estrazione di materiali inerti dai corsi d’acqua regionali. Il presente studio vuol rappresentare un primo tentativo di coniugare le misure di trasporto solido al fondo dei Fiumi Uniti con le osservazioni della dinamica della costa prospiciente la sua foce.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.