La struttura urbana di Gabicce nasce da una griglia di strade ortogonali a partire dal porto-canale posto ortogonalmente al mare, formatasi fondamentalmente dal dopoguerra, che comprende, a ritmo incessante e senza vuoti, attraverso un enorme patchwork, alberghi, villette, pensioni, case unifamiliari, ristoranti e pizzerie, parchi divertimento, discoteche. Tipica colonizzazione del litorale propria dei paesi posti lungo la costa romagnola che, per veloci e progressivi “riempimenti”, ha trasformato i nuclei originari, sorti come porti per la pesca, in un complesso paesaggio ibrido ed articolato. In particolare, negli ultimi cinquant’anni, si è sviluppato un sistema di densità lungo il bordo della spiaggia definito dagli stabilimenti balneari che si snodano linearmente lungo la costa e definisco il limite tra costruito, la spiaggia e il mare: un classico lascito del moderno dove ad una crescita lineare fa fronte una obsolescenza funzionale dei contenitori e del sistema turismo tutto mare che oggi è totalmente superato. I turisti oggi sono alla ricerca di un insieme di attività ed esperienze sempre più varie e differenti, e numerose destinazioni devono attrezzarsi per offrire e diversificare la propria offerta, combinando divertimento, sport, patrimonio culturale e naturale, gastronomia, benessere. L’obiettivo del progetto è stato individuare un differente rapporto tra costruito e la spiaggia/mare in grado di accogliere l’evoluzione del sistema “turismo”, che oggi si è esteso a quello più ambiguo e postmoderno di leasure. Tale evoluzione può partire dagli spazi esistenti che devono mutare velocemente la loro configurazione in base alla qualità e tipologia dell’evento. Le aree comprese tra la spiaggia e il limite del tessuto urbano, comprendete gli stabilimenti balneari, ben si adattano a trovare risposte nelle domande che la socialità oggi ci pone: da una parte rispetto per l’ambiente e dall’altra capacità di creare nuove forme di socialità in luoghi già dotati di senso, con palinsesti già definiti e in attesa di mutazione. Questa proposta è nata da una visione che pone il ri-condizionamento non come esito, ma come processo, costante e continuativo, in cui il ruolo dell’architetto muta da puro tecnico del progetto a stratega, abile amanuense di sovrascritture urbane che assembla elementi appartenenti a differenti livelli del reale. Una strategia di progetto basata su inserzioni urbane puntuali in grado di rivitalizzare prima l’oggetto stesso e poi tutto l’intorno attraverso un principio osmotico e si basa su tre punti: la sostituzione di un sistema rigido lineare a bande formato da spiaggia, lido, strada, albergo, con uno più libero in cui si cerca l’inclusione fra gli elementi; l’eliminazione degli stabilimenti esistenti posti linearmente alla spiaggia con un sistema libero formato da un sistema a elementi puntuali, Bends, che mutano il limite in margine, creando uno spazio poroso, uno spazio in-between tra il costruito e il mare, oggi totalmente assente, e collocati sulla spiaggia in prossimità di punti focali a differenza distanza e profondità; la trasformazione degli alberghi presenti sul lungomare con il ricondizionamento del piano terra così da creare un permeabilità tra la parte costruita del paese e la spiaggia, oggi assente. Il Bend è l’evoluzione del tradizionale stabilimento balneare. Il nome deriva dall’operazione di “piegatura” della costruzione lineare tradizionale (che costituisce una barriera alla percezione del mare) in una forma circolare. Può configurarsi per accogliere più stabilimenti balneari e viene circoscritto da una struttura metallica leggera che funge da supporto a diafani tendaggi (che possono essere riconfigurati con differenti percentuali di opacità tra estate e inverno). Nella sua duplice configurazione concava/ convessa il Bend definisce due strategie di utilizzo: quella convessa si adatta all’utilizzo estivo, con maggiore apertura verso l’esterno, a supporto delle attività dello stabilimento balneare. La concava si adatta, invece, all’utilizzo invernale, poiché chiudibile esternamente, garantendo così uno spazio interno maggiormente protetto. L’operazione di ricondizionamento è stata estesa anche agli alberghi sul waterfront prevedendo due tipi di intervento: il primo relativo a sottrazioni urbane, quali recupero ad uso pubblico di una campata strutturale al fine di migliorare localmente l’accesso al sistema spiaggia; il secondo in cui si prevede la possibilità di riconfigurazioni del piano terra degli hotel rivolgendoli verso il mare.
BIG BEND, LOOPLAN PER UN NUOVO WATERFRONT A GABICCE MARE (PESARO URBINO)
alessandro gaiani
2025
Abstract
La struttura urbana di Gabicce nasce da una griglia di strade ortogonali a partire dal porto-canale posto ortogonalmente al mare, formatasi fondamentalmente dal dopoguerra, che comprende, a ritmo incessante e senza vuoti, attraverso un enorme patchwork, alberghi, villette, pensioni, case unifamiliari, ristoranti e pizzerie, parchi divertimento, discoteche. Tipica colonizzazione del litorale propria dei paesi posti lungo la costa romagnola che, per veloci e progressivi “riempimenti”, ha trasformato i nuclei originari, sorti come porti per la pesca, in un complesso paesaggio ibrido ed articolato. In particolare, negli ultimi cinquant’anni, si è sviluppato un sistema di densità lungo il bordo della spiaggia definito dagli stabilimenti balneari che si snodano linearmente lungo la costa e definisco il limite tra costruito, la spiaggia e il mare: un classico lascito del moderno dove ad una crescita lineare fa fronte una obsolescenza funzionale dei contenitori e del sistema turismo tutto mare che oggi è totalmente superato. I turisti oggi sono alla ricerca di un insieme di attività ed esperienze sempre più varie e differenti, e numerose destinazioni devono attrezzarsi per offrire e diversificare la propria offerta, combinando divertimento, sport, patrimonio culturale e naturale, gastronomia, benessere. L’obiettivo del progetto è stato individuare un differente rapporto tra costruito e la spiaggia/mare in grado di accogliere l’evoluzione del sistema “turismo”, che oggi si è esteso a quello più ambiguo e postmoderno di leasure. Tale evoluzione può partire dagli spazi esistenti che devono mutare velocemente la loro configurazione in base alla qualità e tipologia dell’evento. Le aree comprese tra la spiaggia e il limite del tessuto urbano, comprendete gli stabilimenti balneari, ben si adattano a trovare risposte nelle domande che la socialità oggi ci pone: da una parte rispetto per l’ambiente e dall’altra capacità di creare nuove forme di socialità in luoghi già dotati di senso, con palinsesti già definiti e in attesa di mutazione. Questa proposta è nata da una visione che pone il ri-condizionamento non come esito, ma come processo, costante e continuativo, in cui il ruolo dell’architetto muta da puro tecnico del progetto a stratega, abile amanuense di sovrascritture urbane che assembla elementi appartenenti a differenti livelli del reale. Una strategia di progetto basata su inserzioni urbane puntuali in grado di rivitalizzare prima l’oggetto stesso e poi tutto l’intorno attraverso un principio osmotico e si basa su tre punti: la sostituzione di un sistema rigido lineare a bande formato da spiaggia, lido, strada, albergo, con uno più libero in cui si cerca l’inclusione fra gli elementi; l’eliminazione degli stabilimenti esistenti posti linearmente alla spiaggia con un sistema libero formato da un sistema a elementi puntuali, Bends, che mutano il limite in margine, creando uno spazio poroso, uno spazio in-between tra il costruito e il mare, oggi totalmente assente, e collocati sulla spiaggia in prossimità di punti focali a differenza distanza e profondità; la trasformazione degli alberghi presenti sul lungomare con il ricondizionamento del piano terra così da creare un permeabilità tra la parte costruita del paese e la spiaggia, oggi assente. Il Bend è l’evoluzione del tradizionale stabilimento balneare. Il nome deriva dall’operazione di “piegatura” della costruzione lineare tradizionale (che costituisce una barriera alla percezione del mare) in una forma circolare. Può configurarsi per accogliere più stabilimenti balneari e viene circoscritto da una struttura metallica leggera che funge da supporto a diafani tendaggi (che possono essere riconfigurati con differenti percentuali di opacità tra estate e inverno). Nella sua duplice configurazione concava/ convessa il Bend definisce due strategie di utilizzo: quella convessa si adatta all’utilizzo estivo, con maggiore apertura verso l’esterno, a supporto delle attività dello stabilimento balneare. La concava si adatta, invece, all’utilizzo invernale, poiché chiudibile esternamente, garantendo così uno spazio interno maggiormente protetto. L’operazione di ricondizionamento è stata estesa anche agli alberghi sul waterfront prevedendo due tipi di intervento: il primo relativo a sottrazioni urbane, quali recupero ad uso pubblico di una campata strutturale al fine di migliorare localmente l’accesso al sistema spiaggia; il secondo in cui si prevede la possibilità di riconfigurazioni del piano terra degli hotel rivolgendoli verso il mare.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


