Lo studio si propone di dimostrare che – nonostante la differenza nelle interpretazioni e la varietà di soluzioni proposte dalle autorità rabbiniche – la letteratura talmudica in nessun caso suggerisca, a quanti si struggono per la mancanza di figli, di accettare la propria sterilità quale destino ineluttabile, che imponga di rassegnarsi alla mancanza di discendenza. L’intensità della lotta per generare la vita viene infatti interpretata dal grido straziato che Rachele rivolge a Giacobbe: la matriarca vuole divenire madre e avere una discendenza per non essere, lei stessa, considerata morta.
La bioetica ebraica dell’inizio vita. La mitzvah della procreazione nell’era delle biotecnologie riproduttive
Enrica Martinelli
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2025
Abstract
Lo studio si propone di dimostrare che – nonostante la differenza nelle interpretazioni e la varietà di soluzioni proposte dalle autorità rabbiniche – la letteratura talmudica in nessun caso suggerisca, a quanti si struggono per la mancanza di figli, di accettare la propria sterilità quale destino ineluttabile, che imponga di rassegnarsi alla mancanza di discendenza. L’intensità della lotta per generare la vita viene infatti interpretata dal grido straziato che Rachele rivolge a Giacobbe: la matriarca vuole divenire madre e avere una discendenza per non essere, lei stessa, considerata morta.File in questo prodotto:
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