Le riflessioni, articolate e sistematizzate nel volume, sono il risultato di una ricerca finanziata e compiuta all’interno del Dipartimento di Architettura di Ferrara dal titolo “Ereditarietà, Retroazione, Metamorfosi”, con l’intento di fornire una indagine critica sul concetto di archetipo in una condizione di radicale spaesamento, definita dalla frammentazione dei saperi e dalla crisi dei fondamenti che storicamente orientavano la disciplina. Il volume intende operare una riflessione su un tema, quello dell’archetipo, che ha attraversato l’architettura e che è stato trattato secondo differenti angolazioni, sospeso tra un sistema in equilibrio dinamico, la cui forma è determinata da un campo tensionale generato da una matrice di riferimenti elementari e, un'origine radicalmente immateriale, un substrato ontologico che funge da condizione di possibilità per l'intero corpus del sapere. Questa sostanza primigenia, per sua stessa natura ineffabile, è refrattario a ogni tentativo di oggettivazione, resistendo a ogni forma di sistematizzazione. Il ritornare a riflettere sulla dimensione archetipica si impone oggi come necessità ermeneutica di fronte all'afasia semantica di una parte significativa della produzione contemporanea che sembra percorre vie legate ad una affermazione mediatica, abbandonando totalmente l’ereditarietà della storia. La ricerca si pone in linea con la scuola italiana che ha avuto in Aldo Rossi una guida, mirando a produrre, criticamente, effetti sulla realtà attraverso l'architettura come "arte civile". Si basa sull’analisi dei lavori esposti alle Biennali di Architettura di Venezia, da cui sono stati estratti i principi archetipali che si configurano come nuovi inizi e che vengono tradotti secondo dispositivi archetipali capaci di generare molteplici configurazioni spaziali attivandosi attraverso sette azioni operative di riprogrammazione degli archetipi. È una ricerca che prova a strutturare un percorso in cui si sostituisce all’ autoreferenzialità del gesto soggettivistico, proprio del periodo in cui viviamo, una visione che indaga sulla possibilità di ristabilire una koinè disciplinare fondata sulla ereditarietà del passato ad oggi.
Archè-Dispositio. Archetipi generativi nel progetto
Valentina Radi
2025
Abstract
Le riflessioni, articolate e sistematizzate nel volume, sono il risultato di una ricerca finanziata e compiuta all’interno del Dipartimento di Architettura di Ferrara dal titolo “Ereditarietà, Retroazione, Metamorfosi”, con l’intento di fornire una indagine critica sul concetto di archetipo in una condizione di radicale spaesamento, definita dalla frammentazione dei saperi e dalla crisi dei fondamenti che storicamente orientavano la disciplina. Il volume intende operare una riflessione su un tema, quello dell’archetipo, che ha attraversato l’architettura e che è stato trattato secondo differenti angolazioni, sospeso tra un sistema in equilibrio dinamico, la cui forma è determinata da un campo tensionale generato da una matrice di riferimenti elementari e, un'origine radicalmente immateriale, un substrato ontologico che funge da condizione di possibilità per l'intero corpus del sapere. Questa sostanza primigenia, per sua stessa natura ineffabile, è refrattario a ogni tentativo di oggettivazione, resistendo a ogni forma di sistematizzazione. Il ritornare a riflettere sulla dimensione archetipica si impone oggi come necessità ermeneutica di fronte all'afasia semantica di una parte significativa della produzione contemporanea che sembra percorre vie legate ad una affermazione mediatica, abbandonando totalmente l’ereditarietà della storia. La ricerca si pone in linea con la scuola italiana che ha avuto in Aldo Rossi una guida, mirando a produrre, criticamente, effetti sulla realtà attraverso l'architettura come "arte civile". Si basa sull’analisi dei lavori esposti alle Biennali di Architettura di Venezia, da cui sono stati estratti i principi archetipali che si configurano come nuovi inizi e che vengono tradotti secondo dispositivi archetipali capaci di generare molteplici configurazioni spaziali attivandosi attraverso sette azioni operative di riprogrammazione degli archetipi. È una ricerca che prova a strutturare un percorso in cui si sostituisce all’ autoreferenzialità del gesto soggettivistico, proprio del periodo in cui viviamo, una visione che indaga sulla possibilità di ristabilire una koinè disciplinare fondata sulla ereditarietà del passato ad oggi.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


