Il contributo è relativo la call della mostra, dal titolo “Ereditarietà italiana. Archetipo e metamorfosi”, proposta come occasione per un confronto critico sui valori architetturali eterni e mutanti, in scenari in cui vediamo le opere e le città frammentarsi, articolandosi in crescenti complessità. L’occasione della mostra e del tavolo di relazioni proposte, porteranno a parlare del nuovo, ripercorrendo e riunendo le visioni che fanno parte di una stimolante varietà accademica, con prospettive e approcci differenti. Una proposta che scaturisce dalla consapevolezza dell’importanza fondamentale del patrimonio moderno e storico con cui è possibile tradurre tutta l’eredità, a partire dall’archetipo, nella teoria e nella pratica progettuale dell’architettura. Nell’idea di invenire, le combinazioni inedite tra il notum sotterrato e il novum progettato, a coniugare la lezione dei Maestri e le domande degli attuali professori di progettazione architettonica, proiettandosi al futuro, rappresentando un punto di riferimento unico in un periodo in cui le conoscenze e l’approccio all’abitare sono policentriche e divise. Un’azione integrale che elevi a nuove e necessarie prospettive relazionali, interconnessioni tra spazio, elementi, simboli e tempo. Un’occasione in cui interpretare l’archetipo sarà quindi una narrazione da ricercare all’interno dell’Università, perché essa è intesa come comunità patrimonio della conoscenza. Il confronto si è svolto chiedendo un’immagine icastica, manifesto della narrazione di Archetipo, insieme a un breve scritto, rappresentativi per ogni singolo o gruppo partecipante, della propria idea e visione, anche legate a specifiche ricerche accademiche già affrontate, o in corso di svolgimento.
Call
Valentina Radi
Co-primo
;Alessandro Gaiani
Co-primo
2025
Abstract
Il contributo è relativo la call della mostra, dal titolo “Ereditarietà italiana. Archetipo e metamorfosi”, proposta come occasione per un confronto critico sui valori architetturali eterni e mutanti, in scenari in cui vediamo le opere e le città frammentarsi, articolandosi in crescenti complessità. L’occasione della mostra e del tavolo di relazioni proposte, porteranno a parlare del nuovo, ripercorrendo e riunendo le visioni che fanno parte di una stimolante varietà accademica, con prospettive e approcci differenti. Una proposta che scaturisce dalla consapevolezza dell’importanza fondamentale del patrimonio moderno e storico con cui è possibile tradurre tutta l’eredità, a partire dall’archetipo, nella teoria e nella pratica progettuale dell’architettura. Nell’idea di invenire, le combinazioni inedite tra il notum sotterrato e il novum progettato, a coniugare la lezione dei Maestri e le domande degli attuali professori di progettazione architettonica, proiettandosi al futuro, rappresentando un punto di riferimento unico in un periodo in cui le conoscenze e l’approccio all’abitare sono policentriche e divise. Un’azione integrale che elevi a nuove e necessarie prospettive relazionali, interconnessioni tra spazio, elementi, simboli e tempo. Un’occasione in cui interpretare l’archetipo sarà quindi una narrazione da ricercare all’interno dell’Università, perché essa è intesa come comunità patrimonio della conoscenza. Il confronto si è svolto chiedendo un’immagine icastica, manifesto della narrazione di Archetipo, insieme a un breve scritto, rappresentativi per ogni singolo o gruppo partecipante, della propria idea e visione, anche legate a specifiche ricerche accademiche già affrontate, o in corso di svolgimento.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


