Negli ultimi anni una serie di esperienze di lavoro in Workshop e Ateliers Internazionali ha consentito di sperimentare metodi alternativi alla pianificazione tradizionale per la produzione di visioni territoriali di medio e lungo termine, instaurando con i processi amministrativi e politici di elaborazione dei piani relazioni ambivalenti e su cui vale la pena soffermarsi per una più attenta valutazione. Per i decisori politici e le autorità amministrative, gli Ateliers Internazionali di Vision-Making, spesso usati per pensare il futuro delle Capitali Europee, cosi come esperienze di co-design che hanno interessato second cities e territori periferici messi alla prova dagli obiettivi della Transizione, sono stati l’occasione, di dotarsi di un tempo intermedio e di uno spazio di intermediazione, nel quale far emergere e sperimentare delle visioni di futuro più ardite nonché per dare ascolto a voci altrimenti inudibili. L’articolo non vuole rappresentare una lista esaustiva di esperimenti di scenario-planning, ma piuttosto investigare alcuni caratteri emergenti dei Cantieri in cui si è cercato, prima ancora di pianificare e normare, di co-elaborare una Visione del futuro. L’articolo non intende essere una lista esaustiva di esperimenti di scenario-planning, ma piuttosto esplorare alcuni caratteri emergenti dei cantieri in cui si è cercato di co-elaborare una visione del futuro, prima ancora di pianificare e normare. L’articolo individua alcuni termini chiave per interpretare questi “processi-cantieri”, evidenziando invarianti metodologiche, diversità e criticità emergenti.

Il "Cantiere Aperto" come intermediario. Riflessione critica sui processi di integrazione alla pianificazione tradizionale per la produzione di visioni territoriali

A. delli Ponti
Primo
;
R. Farinella
Ultimo
2025

Abstract

Negli ultimi anni una serie di esperienze di lavoro in Workshop e Ateliers Internazionali ha consentito di sperimentare metodi alternativi alla pianificazione tradizionale per la produzione di visioni territoriali di medio e lungo termine, instaurando con i processi amministrativi e politici di elaborazione dei piani relazioni ambivalenti e su cui vale la pena soffermarsi per una più attenta valutazione. Per i decisori politici e le autorità amministrative, gli Ateliers Internazionali di Vision-Making, spesso usati per pensare il futuro delle Capitali Europee, cosi come esperienze di co-design che hanno interessato second cities e territori periferici messi alla prova dagli obiettivi della Transizione, sono stati l’occasione, di dotarsi di un tempo intermedio e di uno spazio di intermediazione, nel quale far emergere e sperimentare delle visioni di futuro più ardite nonché per dare ascolto a voci altrimenti inudibili. L’articolo non vuole rappresentare una lista esaustiva di esperimenti di scenario-planning, ma piuttosto investigare alcuni caratteri emergenti dei Cantieri in cui si è cercato, prima ancora di pianificare e normare, di co-elaborare una Visione del futuro. L’articolo non intende essere una lista esaustiva di esperimenti di scenario-planning, ma piuttosto esplorare alcuni caratteri emergenti dei cantieri in cui si è cercato di co-elaborare una visione del futuro, prima ancora di pianificare e normare. L’articolo individua alcuni termini chiave per interpretare questi “processi-cantieri”, evidenziando invarianti metodologiche, diversità e criticità emergenti.
2025
9788899237707
strategic planning, collaborative urban design, spatial planning
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