Il Basso Ferrarese è un territorio anfibio a carattere rurale, descritto da Gianni Celati come «campagne dove si respira un’aria di solitudine urbana». Questa apparente immobilità desertica cela una lunga storia di antropizzazione e indica un’ambiguità dei poli dell’opposizione moderna tra città e campagna, quindi un’articolazione sfumata della loro divisione. Il Basso Ferrarese, infatti, disattiva le dicotomie uomo/natura, terra/acqua, città/campagna con cui si è soliti rappresentare il territorio. Si tratta di un’ecologia liminale fra terra e mare, da secoli segnata da movimenti di suolo, una forte ingegnerizzazione, regimentazione legislativa, dinamiche insediative e di abbandono, spostamenti di popolazioni umane e non-umane. Ponendo al centro i modi e i rapporti di produzione nella strutturazione dello spazio, il contributo descrive come questa ecologia rurale sia caratterizzata da forti polarità agro-industriali, che, producendo traiettorie di mobilità, infrastrutture logistiche e produttive, insediamenti e paesaggi, definiscono oggi una “campagna”. Proprio sulle abitudini e sui bisogni di mobilità in questo contesto a domanda debole si concentra uno studio in corso presso il Dipartimento di Architettura UNIFE, al fine di elaborare un servizio che risponda alle esigenze di produttori e, soprattutto, lavoratori del comparto agro-industriale, in gran parte stagionali migranti. Partendo da questa ricerca, si propongono alcune riflessioni sul ruolo del progetto urbanistico nel far fronte alle “campagne” e verranno formulate alcune brevi considerazioni sul rapporto fra progetto e sostenibilità.
Campagne di Solitudine Urbana. Un Progetto per il Comparto Agro-Industriale del Basso Ferrarese
Richard Lee Peragine
Primo
;Elena Dorato
Ultimo
2025
Abstract
Il Basso Ferrarese è un territorio anfibio a carattere rurale, descritto da Gianni Celati come «campagne dove si respira un’aria di solitudine urbana». Questa apparente immobilità desertica cela una lunga storia di antropizzazione e indica un’ambiguità dei poli dell’opposizione moderna tra città e campagna, quindi un’articolazione sfumata della loro divisione. Il Basso Ferrarese, infatti, disattiva le dicotomie uomo/natura, terra/acqua, città/campagna con cui si è soliti rappresentare il territorio. Si tratta di un’ecologia liminale fra terra e mare, da secoli segnata da movimenti di suolo, una forte ingegnerizzazione, regimentazione legislativa, dinamiche insediative e di abbandono, spostamenti di popolazioni umane e non-umane. Ponendo al centro i modi e i rapporti di produzione nella strutturazione dello spazio, il contributo descrive come questa ecologia rurale sia caratterizzata da forti polarità agro-industriali, che, producendo traiettorie di mobilità, infrastrutture logistiche e produttive, insediamenti e paesaggi, definiscono oggi una “campagna”. Proprio sulle abitudini e sui bisogni di mobilità in questo contesto a domanda debole si concentra uno studio in corso presso il Dipartimento di Architettura UNIFE, al fine di elaborare un servizio che risponda alle esigenze di produttori e, soprattutto, lavoratori del comparto agro-industriale, in gran parte stagionali migranti. Partendo da questa ricerca, si propongono alcune riflessioni sul ruolo del progetto urbanistico nel far fronte alle “campagne” e verranno formulate alcune brevi considerazioni sul rapporto fra progetto e sostenibilità.| File | Dimensione | Formato | |
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