Il volume esplora il rapporto tra la standardizzazione tecnica e il diritto del lavoro, indagando come la prima paia configurarsi, ad oggi, come una forma di normatività di origine extra-statuale sempre più rilevante per la disciplina lavoristica. La standardizzazione ha progressivamente esteso il proprio raggio d’azione, incidendo su materie caratterizzate da una crescente dimensione sociale e politica, oltre che (forse, più che) tecnica. Di conseguenza, si assiste all’emergere di un tessuto regolativo in parte sconosciuto o comunque estraneo ai confini tradizionali del diritto del lavoro, ma che solleva interrogativi fondamentali. Esso pare però, in realtà, chiamare in causa alcuni problemi di fondo che pare opportuno indagare. Quali sono le ricadute dell’espansione della standardizzazione tecnica rispetto al “sistema” giuridico del lavoro, specie in un periodo "in cui tutte le fonti vivono importanti fibrillazioni"? E quali gli effetti sugli istituti e sulla struttura della regolamentazione lavoristica? Se, come pare, questa forma di “normatività” promette di incidere, direttamente o indirettamente, non solo sulle condizioni e sul rapporto di lavoro, ma altresì sull’assetto delle fonti della materia, quali sono i principi che regolano i relativi processi di elaborazione e chi vi partecipa? In particolare, quali “diritti” sono riconosciuti alle rappresentanze dei lavoratori? A tali domande si cerca di rispondere in questo volume.

Standardizzazione tecnica e diritto del lavoro. Un percorso di ricerca

Tonelli R.
2025

Abstract

Il volume esplora il rapporto tra la standardizzazione tecnica e il diritto del lavoro, indagando come la prima paia configurarsi, ad oggi, come una forma di normatività di origine extra-statuale sempre più rilevante per la disciplina lavoristica. La standardizzazione ha progressivamente esteso il proprio raggio d’azione, incidendo su materie caratterizzate da una crescente dimensione sociale e politica, oltre che (forse, più che) tecnica. Di conseguenza, si assiste all’emergere di un tessuto regolativo in parte sconosciuto o comunque estraneo ai confini tradizionali del diritto del lavoro, ma che solleva interrogativi fondamentali. Esso pare però, in realtà, chiamare in causa alcuni problemi di fondo che pare opportuno indagare. Quali sono le ricadute dell’espansione della standardizzazione tecnica rispetto al “sistema” giuridico del lavoro, specie in un periodo "in cui tutte le fonti vivono importanti fibrillazioni"? E quali gli effetti sugli istituti e sulla struttura della regolamentazione lavoristica? Se, come pare, questa forma di “normatività” promette di incidere, direttamente o indirettamente, non solo sulle condizioni e sul rapporto di lavoro, ma altresì sull’assetto delle fonti della materia, quali sono i principi che regolano i relativi processi di elaborazione e chi vi partecipa? In particolare, quali “diritti” sono riconosciuti alle rappresentanze dei lavoratori? A tali domande si cerca di rispondere in questo volume.
2025
9788824329163
Standardizzazione, diritto del lavoro, rappresentanze dei lavoratori, neutralità, democraticità, legittimità
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