Il tema della pedagogia nella città che cambia e per un cambiamento della città rimanda a una dimensione di prossimità e tangibilità per le persone, che nella città vivono, lavorano, si muovono, usufruiscono di servizi, fanno e cercano esperienze di tempo libero, relazioni, formazione. Ma in cui incontrano anche difficoltà, frustrazione, isolamento. Più volte, in proposito, sarà inevitabile riferirsi alla pandemia da Covid-19 che ha evidenziato carenze e bisogni sommersi e strutturali. Che c’erano prima, che si sono acuiti, che sono rimasti, indicandoci direzioni di intervento. Questa dimensione locale richiede alla Pedagogia (saperi, linee guida, categorie interpretative) di farsi altrettanto prossima e tangibile. Ma i costrutti e le agende programmatiche, di politica nazionale e sovranazionale assunte a orientamento, sono tutt’altro: teorici, astratti, di lunga gittata, di ampio respiro. Sono necessariamente e funzionalmente ideali, e vanno ricorrentemente declinati in modo coerente ed efficace, non meno che critico, perché la dimensione della città non può essere solo applicativa, ma soprattutto attiva, propositiva, creativa. Ciò non dovrà essere calato dall’alto degli organi politici, ma l’esito di una progettualità pedagogica, degli addetti ai lavori, a vario titolo e livello coinvolti professionalmente nell’educativo: studiosi, pedagogisti, educatori, formatori, insegnanti. Il contributo, in questa prospettiva, prende in esame: il costrutto di learning city; l'Agenda 2030; la Nuova Agenda Europea per l’Apprendimento degli Adulti 2021-2030 (NEAAL 2030).
Tra costrutti teorici e agende programmatiche: contesti d’azione per gli attori dell’Educazione degli adulti nella città che cambia
Marescotti E.
Primo
2024
Abstract
Il tema della pedagogia nella città che cambia e per un cambiamento della città rimanda a una dimensione di prossimità e tangibilità per le persone, che nella città vivono, lavorano, si muovono, usufruiscono di servizi, fanno e cercano esperienze di tempo libero, relazioni, formazione. Ma in cui incontrano anche difficoltà, frustrazione, isolamento. Più volte, in proposito, sarà inevitabile riferirsi alla pandemia da Covid-19 che ha evidenziato carenze e bisogni sommersi e strutturali. Che c’erano prima, che si sono acuiti, che sono rimasti, indicandoci direzioni di intervento. Questa dimensione locale richiede alla Pedagogia (saperi, linee guida, categorie interpretative) di farsi altrettanto prossima e tangibile. Ma i costrutti e le agende programmatiche, di politica nazionale e sovranazionale assunte a orientamento, sono tutt’altro: teorici, astratti, di lunga gittata, di ampio respiro. Sono necessariamente e funzionalmente ideali, e vanno ricorrentemente declinati in modo coerente ed efficace, non meno che critico, perché la dimensione della città non può essere solo applicativa, ma soprattutto attiva, propositiva, creativa. Ciò non dovrà essere calato dall’alto degli organi politici, ma l’esito di una progettualità pedagogica, degli addetti ai lavori, a vario titolo e livello coinvolti professionalmente nell’educativo: studiosi, pedagogisti, educatori, formatori, insegnanti. Il contributo, in questa prospettiva, prende in esame: il costrutto di learning city; l'Agenda 2030; la Nuova Agenda Europea per l’Apprendimento degli Adulti 2021-2030 (NEAAL 2030).| File | Dimensione | Formato | |
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