Il presente lavoro intende ricostruire, in chiave storico-ragionieristica, il sistema di controllo, di tipo sia contabile che non, approntato dal Monte di Pietà di Ferrara nel XVII secolo. In particolare, si è deciso di esaminare gli anni immediatamente successivi ai fallimenti del 1598 e del 1646 con l’intento di verificare se questi gravi ed improvvisi eventi abbiano condizionato le prassi di monitoraggio adottate. La ricerca, in particolare, intende trovare risposta ai seguenti quesiti: - quali meccanismi di controllo, contabile e non, sono stati introdotti per monitorare l’attività del Monte di Pietà di Ferrara nel XVII secolo? - Questi sistemi di controllo sono stati modificati a seguito dei ripetuti fallimenti che hanno interessato la storia dell’istituzione nel medesimo periodo storico? - I meccanismi di controllo adottati si sono rivelati efficaci ed efficienti rispetto alle prassi amministrative dell’epoca? La metodologia consiste nell’osservazione empirica di un case study. Più precisamente, l’obiettivo è stato perseguito seguendo un approccio di tipo qualitativo, basato sullo studio analitico delle fonti primarie conservate presso l’archivio storico della Fondazione della Cassa di Risparmio di Ferrara. L’analisi, in estrema sintesi, ha messo in evidenza un processo evolutivo che ha interessato i meccanismi di controllo del Monte di Pietà a seguito della crisi del 1646. Gli strumenti e le prassi adottate sono risultati efficaci poiché hanno impedito il sorgere di comportamenti fraudolenti di gravità tale da compromettere le condizioni di equilibrio dell’istituzione. A tale efficacia, tuttavia, si accosta – e questi rappresentano gli aspetti negativi dei sistemi di monitoraggio introdotti – un irrigidimento della gestione e un’eccessiva burocratizzazione delle prassi amministrativo-contabili del Monte di Pietà di Ferrara.
Evoluzione dei sistemi di controllo del Monte di Pietà di Ferrara nel XVII secolo
Cestari G.
2019
Abstract
Il presente lavoro intende ricostruire, in chiave storico-ragionieristica, il sistema di controllo, di tipo sia contabile che non, approntato dal Monte di Pietà di Ferrara nel XVII secolo. In particolare, si è deciso di esaminare gli anni immediatamente successivi ai fallimenti del 1598 e del 1646 con l’intento di verificare se questi gravi ed improvvisi eventi abbiano condizionato le prassi di monitoraggio adottate. La ricerca, in particolare, intende trovare risposta ai seguenti quesiti: - quali meccanismi di controllo, contabile e non, sono stati introdotti per monitorare l’attività del Monte di Pietà di Ferrara nel XVII secolo? - Questi sistemi di controllo sono stati modificati a seguito dei ripetuti fallimenti che hanno interessato la storia dell’istituzione nel medesimo periodo storico? - I meccanismi di controllo adottati si sono rivelati efficaci ed efficienti rispetto alle prassi amministrative dell’epoca? La metodologia consiste nell’osservazione empirica di un case study. Più precisamente, l’obiettivo è stato perseguito seguendo un approccio di tipo qualitativo, basato sullo studio analitico delle fonti primarie conservate presso l’archivio storico della Fondazione della Cassa di Risparmio di Ferrara. L’analisi, in estrema sintesi, ha messo in evidenza un processo evolutivo che ha interessato i meccanismi di controllo del Monte di Pietà a seguito della crisi del 1646. Gli strumenti e le prassi adottate sono risultati efficaci poiché hanno impedito il sorgere di comportamenti fraudolenti di gravità tale da compromettere le condizioni di equilibrio dell’istituzione. A tale efficacia, tuttavia, si accosta – e questi rappresentano gli aspetti negativi dei sistemi di monitoraggio introdotti – un irrigidimento della gestione e un’eccessiva burocratizzazione delle prassi amministrativo-contabili del Monte di Pietà di Ferrara.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.