Geopoietiche/Geopoetiche, a partire dalle movenze del geografo Augustin Berque

This work consists of two parts: in the first, there is a rethinking of some concepts and issues that emerge from the dialogue between geography and philosophy. In particular, the concreteness of geographical experience is reinterpreted through the relationship between expressive gestures and the morphogenesis of geographical forms. We raise the possibility of a geopoietic/geopoetic materialism and the hypothesis of a geographical transcendental that refers to the Earth as a performative field. In the second part, there is a case study, carried out in Brazil in the historical centre of the city of Curitiba, focused on the micro-scale of the everyday. The main references are phenomenological geography (specifically the mesology of A. Berque) and the thought of M. Merleau-Ponty, and they are hybridised by other voices and other knowledge, such as those coming from life sciences and the studies on performative.

Il presente lavoro consta di due parti: nella prima si trova un ripensamento di alcuni concetti e questioni che emergono dal dialogo fra geografia e filosofia. In particolare, la concretezza dell’esperienza geografica viene riletta attraverso la relazione fra le gestualità espressive e la morfogenesi delle forme geografiche. Si enuclea la possibilità di un materialismo geopoietico/geopoetico e l’ipotesi di un trascendentale geografico che afferisce alla Terra come campo performativo. Nella seconda parte trova spazio uno studio caso, svolto in Brasile nel Centro storico della città di Curitiba, focalizzato sulla micro-scala del quotidiano. La costellazione di riferimento è costituita dalla geografia fenomenologica (specificamente la mesologia di A. Berque) e dal pensiero di M. Merleau-Ponty e viene ibridata da altre voci ed altri saperi, come ad esempio le scienze della vita e gli studi sul performativo.