Il saggio esplora la rappresentazione dei ritratti femminili nel contesto del potere, con particolare attenzione alla celebre serie di Jacob Ferdinand Voet, conservata a Palazzo Chigi ad Ariccia. Questi ritratti di figure femminili, aristocratiche romane del XVII secolo, non soltanto esaltano la bellezza, ma riflettono anche strategie dinastiche e politiche, suggerendo un "nepotismo al femminile". L'obiettivo è quello di analizzare il ruolo del ritratto nella memoria collettiva, confrontandolo con modelli mitologici, con particolare riferimento alla figura di Venere. Attraverso un'indagine sulla funzione simbolica di questi dipinti, il volume mette in luce il legame tra arte, identità e rappresentazione sociale delle donne nel corso della storia. L'assenza di ambientazione e di oggetti distintivi nei ritratti delle Belle di Voet evidenzia come la loro immagine fosse costruita principalmente attraverso il volto, gli abiti e i gioielli. Il saggio indaga anche il confronto tra ritratti reali e rappresentazioni mitologiche, esplorando casi emblematici come Clelia Farnese e Maria Mancini, figure che hanno saputo modellare la propria immagine pubblica. Il libro si interroga sul significato del ritratto femminile tra memoria, bellezza e potere, analizzando il ruolo delle donne nel determinare la propria rappresentazione visiva. Infine, il volume si inserisce in un più ampio dibattito sulla costruzione dell’identità attraverso l’arte, suggerendo che la bellezza sia stata una delle poche armi a disposizione delle donne per lasciare un segno nella storia.

Le Belle. Ritratti femminili nelle stanze del potere

Francesca Cappelletti
Primo
2024

Abstract

Il saggio esplora la rappresentazione dei ritratti femminili nel contesto del potere, con particolare attenzione alla celebre serie di Jacob Ferdinand Voet, conservata a Palazzo Chigi ad Ariccia. Questi ritratti di figure femminili, aristocratiche romane del XVII secolo, non soltanto esaltano la bellezza, ma riflettono anche strategie dinastiche e politiche, suggerendo un "nepotismo al femminile". L'obiettivo è quello di analizzare il ruolo del ritratto nella memoria collettiva, confrontandolo con modelli mitologici, con particolare riferimento alla figura di Venere. Attraverso un'indagine sulla funzione simbolica di questi dipinti, il volume mette in luce il legame tra arte, identità e rappresentazione sociale delle donne nel corso della storia. L'assenza di ambientazione e di oggetti distintivi nei ritratti delle Belle di Voet evidenzia come la loro immagine fosse costruita principalmente attraverso il volto, gli abiti e i gioielli. Il saggio indaga anche il confronto tra ritratti reali e rappresentazioni mitologiche, esplorando casi emblematici come Clelia Farnese e Maria Mancini, figure che hanno saputo modellare la propria immagine pubblica. Il libro si interroga sul significato del ritratto femminile tra memoria, bellezza e potere, analizzando il ruolo delle donne nel determinare la propria rappresentazione visiva. Infine, il volume si inserisce in un più ampio dibattito sulla costruzione dell’identità attraverso l’arte, suggerendo che la bellezza sia stata una delle poche armi a disposizione delle donne per lasciare un segno nella storia.
2024
9788804764724
ritratto, storia dell'allestimento, collezionismo romano, Barocco
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