Trascorsi sessant’anni dalla mostra “Alternative Attuali”, del 1962, prima delle rassegne aquilane, tenutesi presso il Castello Cinquecentesco, il contributo prende in esame alcuni aspetti che l’hanno caratterizzata. In primo luogo la metodologia critica che inaugurava un modello diverso di relazione con le situazioni in atto, posto sui dati della verifica, della ricerca e del confronto aperto, con quanto appunto accadeva all’indomani della stagione dell’informale, dall’altro l’interesse che Enrico Crispolti, principale artefice del progetto, rivolge ai nuovi focolai neoavanguardistici attivi in Italia. Il riferimento è in particolare al dialogo con alcuni dei protagonisti del territorio napoletano e dei critici di area bolognese: un filo diretto che si avvale di pagine, in qualche caso, ancora inesplorate, relativamente all’affermarsi di tracciati di nuova oggettualità o di nuova figurazione. In tal senso si è fatto riferimento a documenti d’archivio nonché alla voce di significative figure di quella stagione dell’arte italiana. Il risultato di questa indagine divarica il cono di attenzione sia ad iniziative che avevano gettato le basi di tale disegno progettuale, pensando, tra le altre, a “Possibilità di Relazione” curata da Crispolti con Tadini e Sanesi ed allestita presso la galleria l’Attico di Roma nel 1960, sia agli sviluppi delle mostre aquilane, fino ad arrivare alla riformulazione della mostra, indicata come “Possibilità di relazione dieci anni dopo”, proposta presso il Centro Attività Visive di Palazzo dei Diamanti di Ferrara nel 1970.

Alternative Attuali, 1962: aprire ai territori come nuovo modello di progettualità. Il dialogo con alcuni testimoni delle neoavanguardie tra Campania ed Emilia-Romagna.

Fiorillo Ada Patrizia
2024

Abstract

Trascorsi sessant’anni dalla mostra “Alternative Attuali”, del 1962, prima delle rassegne aquilane, tenutesi presso il Castello Cinquecentesco, il contributo prende in esame alcuni aspetti che l’hanno caratterizzata. In primo luogo la metodologia critica che inaugurava un modello diverso di relazione con le situazioni in atto, posto sui dati della verifica, della ricerca e del confronto aperto, con quanto appunto accadeva all’indomani della stagione dell’informale, dall’altro l’interesse che Enrico Crispolti, principale artefice del progetto, rivolge ai nuovi focolai neoavanguardistici attivi in Italia. Il riferimento è in particolare al dialogo con alcuni dei protagonisti del territorio napoletano e dei critici di area bolognese: un filo diretto che si avvale di pagine, in qualche caso, ancora inesplorate, relativamente all’affermarsi di tracciati di nuova oggettualità o di nuova figurazione. In tal senso si è fatto riferimento a documenti d’archivio nonché alla voce di significative figure di quella stagione dell’arte italiana. Il risultato di questa indagine divarica il cono di attenzione sia ad iniziative che avevano gettato le basi di tale disegno progettuale, pensando, tra le altre, a “Possibilità di Relazione” curata da Crispolti con Tadini e Sanesi ed allestita presso la galleria l’Attico di Roma nel 1960, sia agli sviluppi delle mostre aquilane, fino ad arrivare alla riformulazione della mostra, indicata come “Possibilità di relazione dieci anni dopo”, proposta presso il Centro Attività Visive di Palazzo dei Diamanti di Ferrara nel 1970.
2024
9788822920607
Alternative Attuali - Progettualità - Metodologia
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