Le interviste a Juliana, leader politica guaranì, e Atucà, attivista che da anni si dedica alla divulgazione della cultura guaranì, sono testimonianze importanti che rendono conto della lotta che i guaranì, così come tutti i popoli indigeni, portano avanti per resistere ai soprusi dei quali sono storicamente vittime. Juliana e Atucà sono portavoce di un paradigma valoriale frutto di una cosmovisione raccontata nei miti, nelle leggende, nei canti, tramandanti di generazione in generazione sin dai tempi ancestrali. La loro è una lotta contro il silenzio a cui sono stati obbligati a partire dall’invasione occidentale delle loro terre. Si tratta di una lotta contro un modello culturale a loro imposto, che non ha a nulla a che fare con la loro idea di mondo, di natura e di uomo. Per questa ragione, incontrare queste persone, farci raccontare la loro storia, tentare di interpretare come funzioni il loro pensiero quando costruisce l’immagine della realtà, significa per noi non solo dar loro una voce, ma soprattutto apprendere. Attraverso la loro testimonianza, infatti, si apre la possibilità di riflettere sui nostri stessi modelli di riferimento e di aprire il pensiero a nuovi scenari, a nuovi significati, a nuove relazioni. Dal punto di vista pedagogico si tratta di un arricchimento vicendevole, che va alla ricerca dell’origine della costruzione dei significati assegnati alla realtà, che vuole essere la base per la progettazione di pratiche educative inter e transculturali. È questo, per noi, il fondamento per un dialogo plurale, per un mondo che deve rispondere alle emergenze di una società sempre più complessa, che obbliga molti ad abbandonare la loro terra e a migrare in mondi nuovi e sconosciuti.
Autonomia e Formazione Politica: comunicazione e rivendicazione nel processo di resilienza
Marco Righetti;Camilla Boschi;
2024
Abstract
Le interviste a Juliana, leader politica guaranì, e Atucà, attivista che da anni si dedica alla divulgazione della cultura guaranì, sono testimonianze importanti che rendono conto della lotta che i guaranì, così come tutti i popoli indigeni, portano avanti per resistere ai soprusi dei quali sono storicamente vittime. Juliana e Atucà sono portavoce di un paradigma valoriale frutto di una cosmovisione raccontata nei miti, nelle leggende, nei canti, tramandanti di generazione in generazione sin dai tempi ancestrali. La loro è una lotta contro il silenzio a cui sono stati obbligati a partire dall’invasione occidentale delle loro terre. Si tratta di una lotta contro un modello culturale a loro imposto, che non ha a nulla a che fare con la loro idea di mondo, di natura e di uomo. Per questa ragione, incontrare queste persone, farci raccontare la loro storia, tentare di interpretare come funzioni il loro pensiero quando costruisce l’immagine della realtà, significa per noi non solo dar loro una voce, ma soprattutto apprendere. Attraverso la loro testimonianza, infatti, si apre la possibilità di riflettere sui nostri stessi modelli di riferimento e di aprire il pensiero a nuovi scenari, a nuovi significati, a nuove relazioni. Dal punto di vista pedagogico si tratta di un arricchimento vicendevole, che va alla ricerca dell’origine della costruzione dei significati assegnati alla realtà, che vuole essere la base per la progettazione di pratiche educative inter e transculturali. È questo, per noi, il fondamento per un dialogo plurale, per un mondo che deve rispondere alle emergenze di una società sempre più complessa, che obbliga molti ad abbandonare la loro terra e a migrare in mondi nuovi e sconosciuti.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.