La grotta di Sant’Angelo è situata all’estremità sudorientale della Murgia tarantina, circa 2 km a nord-ovest del paese di Lizzano. La cavità si apre sulla sommità di una collina formata da calcari bianchi del Cretacico ed ha uno sviluppo in estensione di circa 50 metri. La situazione attuale in cui versa la Grotta è delicata, in quanto è evidente la necessità di diversi interventi: l’ingresso alla cavità è aperto ed ostruito dalla vegetazione; inoltre, l’apertura principale ed un’apertura circolare sulla volta posta nel mezzo della cavità sono state utilizzate, negli ultimi decenni, per lo scarico di pietre e rifiuti. L’importanza storico-archeologica della cavità si evince dai reperti che si ritrovano in superficie e dai resti straordinari di pitture sacre che adornano le pareti. In particolare, nella zona dell’entrata principale, sotto alle pietre di riporto è visibile un deposito compatto a grana più fine da cui emergono ossa animali fortemente disidratate e ad uno stadio avanzato di fossilizzazione. Dato il livello di conservazione di questi resti, il deposito è molto antico e risale al Pleistocene e al Paleolitico medio

Grotta di Sant’Angelo (Lizzano, Taranto)

M. Peresani
Conceptualization
;
D. Delpiano
Investigation
2022

Abstract

La grotta di Sant’Angelo è situata all’estremità sudorientale della Murgia tarantina, circa 2 km a nord-ovest del paese di Lizzano. La cavità si apre sulla sommità di una collina formata da calcari bianchi del Cretacico ed ha uno sviluppo in estensione di circa 50 metri. La situazione attuale in cui versa la Grotta è delicata, in quanto è evidente la necessità di diversi interventi: l’ingresso alla cavità è aperto ed ostruito dalla vegetazione; inoltre, l’apertura principale ed un’apertura circolare sulla volta posta nel mezzo della cavità sono state utilizzate, negli ultimi decenni, per lo scarico di pietre e rifiuti. L’importanza storico-archeologica della cavità si evince dai reperti che si ritrovano in superficie e dai resti straordinari di pitture sacre che adornano le pareti. In particolare, nella zona dell’entrata principale, sotto alle pietre di riporto è visibile un deposito compatto a grana più fine da cui emergono ossa animali fortemente disidratate e ad uno stadio avanzato di fossilizzazione. Dato il livello di conservazione di questi resti, il deposito è molto antico e risale al Pleistocene e al Paleolitico medio
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