Il nuovo reinventa l’origine ed è prossimo all’origine, evidenzia gli archetipi in un continuum spazio-tempo, risignificandoli. Contesto in cui i toponimi e la fisiognomica diventano la manifestazione antropologica del paesaggio costruito. L’origine è il momento in cui si possono unire in forma sincretica le nuove sostruzioni, le trasformazioni territoriali e il patrimonio esistente, non essendo essa il principio, ma tutti gli attimi della creazione che si compiono in una costruzione. Momenti che si esprimono all’interno di un presente e conducono alla possibilità di compiere un’esperienza di sentimento e spirito, espressione dell’atto in essere. Gli effetti di queste azioni agiscono facendo emergere ogni volta significati dati da una convergenza temporale di stratificazioni: formali, materiche, tecniche, in cui le nostre anzianità non sono rilevabili se non per segni sulle pelli umane e la manifestazione di rovine. Come custodi della memoria, si ricerca la coscienza ed intenzione critica di ritrovare i codici della progettazione, che in Vitruvio si riconducono a firmitas, utilitas e venustas. Quelli che ci permettano di fare emergere l’intelligenza del luogo come strumenti per legare la compresenza di incoerenze stilistiche e frammenti mescolati, in cui gli spazi diventano forme enzimatiche di relazioni sociali. Riflessioni che accompagnano un’indagine teorica svolta dialogando con i colleghi dell’Università di Ferrara. Quindi ricomprendere il significato del nuovo in cui la vera nascita si trova nelle variazioni del percorso progettuale e nel movimento nello spazio, nel valore che si riattribuisce al camminare in quella soglia che ogni volta ci racconterà di una nuova eredità con cui confrontarsi.

Via Vitruvio: sguardi all’orizzonte, incontri, costruzione e progetto

Valentina Radi
2019

Abstract

Il nuovo reinventa l’origine ed è prossimo all’origine, evidenzia gli archetipi in un continuum spazio-tempo, risignificandoli. Contesto in cui i toponimi e la fisiognomica diventano la manifestazione antropologica del paesaggio costruito. L’origine è il momento in cui si possono unire in forma sincretica le nuove sostruzioni, le trasformazioni territoriali e il patrimonio esistente, non essendo essa il principio, ma tutti gli attimi della creazione che si compiono in una costruzione. Momenti che si esprimono all’interno di un presente e conducono alla possibilità di compiere un’esperienza di sentimento e spirito, espressione dell’atto in essere. Gli effetti di queste azioni agiscono facendo emergere ogni volta significati dati da una convergenza temporale di stratificazioni: formali, materiche, tecniche, in cui le nostre anzianità non sono rilevabili se non per segni sulle pelli umane e la manifestazione di rovine. Come custodi della memoria, si ricerca la coscienza ed intenzione critica di ritrovare i codici della progettazione, che in Vitruvio si riconducono a firmitas, utilitas e venustas. Quelli che ci permettano di fare emergere l’intelligenza del luogo come strumenti per legare la compresenza di incoerenze stilistiche e frammenti mescolati, in cui gli spazi diventano forme enzimatiche di relazioni sociali. Riflessioni che accompagnano un’indagine teorica svolta dialogando con i colleghi dell’Università di Ferrara. Quindi ricomprendere il significato del nuovo in cui la vera nascita si trova nelle variazioni del percorso progettuale e nel movimento nello spazio, nel valore che si riattribuisce al camminare in quella soglia che ogni volta ci racconterà di una nuova eredità con cui confrontarsi.
2019
9788890905490
Progetto, Architettura, Teorie, Abitare, Vitruvio, Nuovo
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